x
L'Angolo di Rocky

Qamili in finale, Bortot sul tetto d’Europa. Presentata serata Taf

Qamili in finale, Bortot sul tetto d’Europa. Presentata serata Taf
  • PublishedOttobre 23, 2025

Qamili di forza in finale al Grand Prix WBC a Ryad. Bortot europea superleggeri, ma la Fracassi merita la rivincita.  La TAF presenta la serata dell’8 novembre a Milano

Al Global Theater Boulevard di Ryadh, in Arabia Saudita, si è svolta la penultima tappa del Grand Prix “Trofeo Josè Sulaiman” WBC, voluto dal presidente Mauricio Sulaiman, in memoria del padre. La manifestazione è iniziata ad aprile, con 120 pugili in rappresentanza di 41 nazioni, escluse Russia e Bielorussia. Sponsor l’emiro saudita Turki Alashchik, presenza fissa ad ogni grande rassegna in guantoni. L’Italia ha presentato in partenza un pugile in ciascuna della quattro categorie. Nei piuma Muhamet Qamili (17), superleggeri col torinese Fiorenzo Priolo (11-1)), nei medi il romano Giovanni Sarchioto (20-1) e tra i massimi Davide Brito, origini dominicane. Sarchioto concludeva all’esordio, battuto dall’ucraino Maksyn Molodan, rivale alla    sua portata, malguidato all’angolo. Mentre vincevano gli altri tre assicurandosi la promozione ai quarti. L’appuntamento successivo fissato a giugno, vedeva l’uscita del massimo Brito, ad opera del bosniaco Ahamed Krnjic, che faceva valere la maggiore potenza. Vincevano Qamili (piuma) e Priolo (superleggeri).  Il mese dopo, solo Qamili, nato in Albania, ma formatosi a Roma, nazionalizzato italiano, si guadagnava la semifinale, con una prova superlativa contro il ventenne statunitense Troy Nash (5-1), che godeva dei favori del pronostico. Non ce la faceva il superleggero piemontese Fiorenzo Priolo, allievo del maestro Cristian De Martinis, apparso meno brillante del recente passato. A batterlo il sudafricano di colore Ntethelelo Nikosi, atleta di grande resistenza e capacità offensiva, anche se lacunoso in difesa.                            Il 19 ottobre le sfide valevano l’ingresso al grande appuntamento del 20 dicembre sempre al Global Theater Boulevard di Ryadh, in Arabia Saudita, per indicare i nomi dei quattro campioni del torneo che, oltre alla cintura di Campione Silver WBC, si assicureranno una borsa di 200.000 dollari. Dei 128 pugili in partenza sono rimasti in 16, in rappresentanza di dodici nazioni: Sud Africa (3); Francia, Colombia e Ucraina (2); Italia, Messico, Canada, Uzbekistan, USA, Argentina, Australia e Bosnia Herzegovina. Eliminate Kazakistan, Polonia, Cina, Turchia. Germania, Spagna, Ghana, Panama, Marocco, Danimarca, Finlandia, Egitto, Filippine, Romania, Inghilterra e Venezuela.                                                                                                      Nei quarti si erano avuti questi risultati. Piuma: Yoni Valverde (Francia) b. Yusuf Adeniji (USA); Bekizizwe Matise (Sud Africa) b. Iman Lee (USA). Muhamet Qamili (Italia) b. Troy Nash (USA). Brandon Mejia (Messico) b. Ayubkhon Bakhtiyorov (Uzbekistan). Superleggeri Danylo Lozano (Ucraina) b. Sanatali Toltayev (Kazakistan); Carlo Utria (Colombia) b. Spencer Wilcox (Canada); Mujibillo Tursunov (Uzbekistan) b. Misael Cabrera (Messico); Ntethelelo Nkosi (Sud Africa) b. Fiorenzo Priolo (Italia). Medi: Derek Pomerleau (Canada) b. Dmytro Rybalko (Ucraina). Dylan Biggs (Australia) batte Pedro Frolov (Ucraina). Carlos Sinisterra (Colombia) b. Ephrem Bariko (Francia); Lancelot De La Chapelle (Francia) b. Emiliano Aguillon (Messico). Massimi: Keaton Gomes (Sud Africa) b. Devon Young (USA). Kevin Ramirez (Argentina) b. Piotr Lacz (Polonia); Ahmed Krnjic (Bosnia Heregovina) b. Tsotne Rogava (Ucraina). Dante Stone (USA) b. Youness Baalla (Marocco).                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Nel dettaglio i confronti delle semifinali. Piuma: Muhamet Qamili (Italia 18) 25 anni batte Yoni Valverde (Francia 16-1) 24 anni. Dopo i primi scambi, un preciso destro di Qamili al volto, costringe il francese al conteggio. Valverde si rialza, ma la successiva scarica sopra e sotto dell’italiano è implacabile e l’arbitro ferma la sfida per evitare guai peggiori al transalpino, ormai senza difesa. Risultato clamoroso, che conferma le potenzialità di questo pugile. In finale troverà il giovane messicano Brandon Mejía (12) 21 anni, che ha costretto alla resa al quinto tempo il mancino di colore sudafricano Bekizizwe Maitse (9-2), incapace di sfruttare le lunghe leve, costretto in difesa dalla pressione di un rivale, che avanza sempre, frontale e implacabile, anche se contro un avversario più mobile e reattivo potrebbe avere difficoltà. Qamali ha le qualità per metterle in atto.                                                                                                                                               Superleggeri: L’uzbeko Mujibillo Tursunov (9) 26 anni si è confermato una macchina offensiva impressionante. L’ucraino Danylo Lozan (15-1) ha tentato di frenarlo con repliche precise, ma non abbastanza potenti da bloccare l’avanzata di un pugile insensibile ai colpi che riceve. Il prossimo rivale sarà il giovane colombiano Carlos Utria (13) che in semifinale ha risolto la sfida contro il sudafricano Ntethelelo Nkosi (10-2) 28 anni, in poche battute. Il longilineo Utria ha buon gioco di gambe, sciolto nei colpi che evidentemente fanno male, visto l’effetto prodotto su Nkosi, che sembrava corazzato come incassatore. Invece, dopo un paio di destri precisi è crollato senza scampo, in meno di un round. Sarà una finale al cardiopalmo.                                                                                                                                                                                                            Medi Il mancino Derek Pomerleau (Canada 15) 25 anni ha vinto un match difficilissimo, contro il colombiano Carlos Sinisterra (13-2) dalla struttura impressionante e dai pugni pesanti. Pomerleau è stato abile a non farsi trovare sulle traiettorie dei suoi colpi. A demerito di Sinisterra l’eccessiva prudenza offensiva. Che non gli ha fatto correre rischi, ma lasciando il vantaggio al rivale. Nell’altro match, il francese Lancelot Proton de la Chappelle (18-2-1) 27 anni ha atteso la parte finale per prendere l’iniziativa, quando ormai il vantaggio dell’australiano Dylan Biggs (17-1), non certo un fenomeno ma bene in linea e capace di anticipare l’avversario nei primi quattro round, acquisendo i punti per guadagnarsi la finale.  Dove si affronteranno due medi dalla boxe in foto copia.                                                                                                                                               Massimi. Il grosso Dante Stone (USA 20-2) era convinto di aver vinto e non ha saputo nascondere la delusione quando l’arbitro ha alzato il braccio del più giovane argentino Kevin Ramírez (12-0-1) 25 anni, che manteneva il record immacolato. Non è stato un match esaltante, visto il ritmo blando. Ramirez longilineo dai pugni leggeri ha giostrato in velocità, evitando le bordate di Stone, abbastanza prevedibili. Anche se meno mobile il bosniaco Ahmed Krnjic (7) 28 anni, nel corso del torneo deve aver lavorato parecchio in palestra, consapevole dell’importanza del torneo, perdendo molta massa grassa e presentandosi in semifinale in condizioni più che buone. Il sudafricano bianco Keaton Gomes (13-4) 26 anni, ha tenuto botta in avvio muovendosi lateralmente, ma round dopo round, le bordate e in particolare il montante sinistro del bosniaco, hanno fatto effetto e nel finale era proprio Krnjic il più mobile dei due. Vincitore all’unanimità.  Le finali sempre a Ryad si terranno il 20 dicembre 2025. Ripeto, per i vincitori una borsa di 200.000 dollari e la cintura di Campione Silver WBC. Delle dodici nazioni giunte in semifinale, sono uscite Sud Africa che si presentava con tre pugili, la Francia con due, Ucraina e USA. Le otto promosse: Colombia, Italia, Messico, Canada, Uzbekistan, USA, Argentina, Australia e Bosnia Herzegovina, ciascuna con un pugile.                                                                                         

A Cepagatti cittadina in provincia di Pescara (Abruzzo), nella serata allestita dal promoter Rolando Frascaro la locale Sonia Fracasso (5-1), ha tentato invano di conquistare l’europeo vacante superleggeri, nonostante la generosa prova. I giudici all’unanimità: Migliore 97-93! Poggi e Barrovecchio 96-96, con supervisor Enza Jacoponi (over 90) all’insegna del nuovo che avanza, hanno assegnato il successo a Silvia Bortot (13-4-1), veterana di tante battaglie, nata il 28 dicembre 1984, prossima ai 41 anni, guerriera indomita, calca il ring dal 2008, alternando kick e pugilato. Da dilettante è salita sul podio degli assoluti ben tre volte, bronzo nel 2010 e 2014, oro nel 2011 a Barge nel cuneense, nei 69 kg. battendo in finale la favorita Sara Corazza. Passa pro nel 2016 e nel suo percorso non si fa mancare nulla. Debutta a Bangkok in Thailandia, dove lavorava e dopo solo sei incontri nel gennaio 2019 va a Compiegne in Francia, dove conquista l’europeo superleggeri vacante, spedendo KO la beniamina locale Marie Helen Meron. Titolo difeso a San Bonifacio battendo la belga Djemilla Gontaruk nel dicembre dello stesso anno. Il covid la costringe all’inattività fino al 2021 quando riprende. Nell’aprile 2022 tenta l’impossibile impresa (Intercontinentale IBO) contro la belga Oshin Derieuw (20), una fuoriclasse imbattuta da pro, ancora in attività a 38 anni, sia da pro che tra le dilettanti. Titolare ai Giochi di Parigi, come ai mondiali WB a Liverpool. Allenata da Raffaele Bergamasco, che dopo l’esperienza in India, è passato con la nazionale belga. Sul ring di Ingelmunster, Silvia lotta strenuamente ma deve cedere al nono round. Delle quattro sconfitte l’unica prima del limite. Silvia inizia un trittico da far tremare i polsi. Incrocia i guantoni con la francese Flora Pili, che si rivela troppo abile per poterla impensierire. Lasciandole la cintura europea vacante in palio. Nel settembre 2023 a Manchester, accetta di affrontare la californiana Mikaela Mayer (21-2), che detiene la cintura WBO ed è una guerriera tremenda. Contro di lei disputa 10 round, perdendo con tutti gli onori. Per concludere, sempre in Inghilterra tiene gli otto round di fronte a Lauren Price (9) semplicemente titolare IBF, WBO e WBC welter!  La trasferta a Cepagatti è una normalità. Ho visto il confronto dal video, trasmesso dalla Fighters Life di Alberto Frati, su Babel canale gratuito 244 e al termine del bellissimo e intenso confronto, sostenuto ad un ritmo pazzesco, ero convinto che il maggior numero di colpi messi a segno dalla Fracassi, orientassero i giudici a suo favore. Pur riconoscendo che Silvia quando arrivava era più pesante. Detto questo, rispetto il giudizio dei cartellini, anche se resto della mia idea. Mi sorprende e non poco il 97-93 di Migliore, non certo un novellino. Al di fuori dei numeri, ritengo che la Fracassi meriti la rivincita. Certo, per la Bortot tornare sul trono europeo a distanza di quasi sette anni è un bel primato. Negli altri due incontri pro, il welter debuttante Borrelli, dopo i primi round equilibrati, nella quarta ripresa trova il tempo e la misura di un destro chirurgico alla mascella di Petrungaro (3-2), costretto alla resa. Per il giovane brasiliano, esordio amaro in Italia. Il mediomassimo Addario (2) pur boxando al piccolo trotto, non poteva fare a meno di battere il marchigiano Cannoni (0-19) 41 anni, il cui record dice tutto. Voglio aggiungere che la commissione dovrebbe bloccarlo. Invece di dare l’ok per combattere.  

Martedì prossimo 28 ottobre la TAF di Edoardo Germani presenta la corposa riunione dell’8 novembre all’Allianz di Milano, l’ex Palalido. Il clou è riservato a Dario Morello (25-1), sfidato dal belga Faton Vukshinai (17-1-2) per la cintura vacante Silver EBU dei medi.  Il confronto tra il fiorentino Paolo Bologna (11-0-2) e il cremonese Nicholas Esposito (20-1) per l’IBF del Mediterraneo superwelter assicura scintille, visto il temperamento dei due guerrieri del ring. Anche questa cintura è vacante. Dopo i due titoli internazionali, arrivano i tricolori. L’egiziano Mohamed  Elmaghraby (12) difende il titolo mediomassimi dall’assalto di Davide De Lellis (16-4-1) col campione favorito. Lo stesso si può dire dell’altro confronto tra l’emergente Francesco Paparo (12) allievo del maestro Francis, e lo sfidante al titolo dei superpiuma, Catalin Ionescu (16-4-1) che si affiderà all’esperienza per contenere un rivale che migliora ad ogni confronto e pizzica niente male col destro. Il cruiser Jonathan Kogasso (17) dopo aver conquistato il titolo italiano e averlo lasciato, punta ad un trofeo internazionale per bussare appena arriva la cittadinanza italiana, alla corona europea. Come test è stato ingaggiato il francese Brando Deslaurier (19-5-1) dal buon record.  C’è una vecchia questione da risolvere tra i medi Christian Mazzon (13-5) e Francesco Russo (13-5).  Si tratta infatti di una rivincita e questo già lascia capire perché l’attesa è rovente. La prima sfida, disputata sempre all’Allianz il 24 marzo 2024, valida per il tricolore superwelter, andò al milanese Mazzon che risolse la battaglia mettendo il romano KO al quarto tempo, dopo scambi furiosi e spettacolari. Non è da escludere che il bis possa avere lo stesso risultato. Resta da vedere chi sarà il vincitore.  Komi Paul Emefian (5) mediomassimo di colore, tanto gentile fuori dal ring, quando devastante quando calca il quadrato, trova Inoussa Nonkane (3-2), nativo del Burkina Faso, residente da anni a Parma, già visto a Seregno nel 2023 contro Elmaghraby e lo scorso marzo a Milano con Vincenzo Lizzi. Battuto in entrambe le occasioni ai punti sui sei round. Vedremo come se la caverà contro Emefian. L’apertura è stata affidata ai superwelter Gianluca Merone (2-1-1) e Simone Brusa (13-4-2). Prevista una stuzzicante guerra di campanile tra due residenti nella cerchia lombarda. Merone è motivatissimo e farà l’impossibile per scardinare la difesa di un rivale di maggiore esperienza. Alla conferenza, saranno presenti quasi tutti i protagonisti della serata, che riporta la grande boxe all’Allianz di Milano. 

Giuliano Orlando

Written By
Redazione

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *