Pamela Noutcho il cioccolatino d’oro di Bologna
Venerdì tenta il mondiale IBO leggeri contro l’esperta Carabajal. Tricolore Weslati-Setaro. Diretta Rai-Sport
BOLOGNA. Ho conosciuto Pamela nel 2019 agli assoluti di Roma. In quell’occasione la sua avventura si fermò all’esordio, battuta dalla veterana Montalbini, classe 1985. Pur sconfitta mi impressionò per il temperamento da guerriera. Si capiva che l’inesperienza prevaleva sulla coordinazione. Ne parlo col suo maestro Alessandro Danè, che mi racconta la sua storia. “Paola à nata a Bafia in Camerun il 20 maggio 1992. Nel 2000 viene in Italia con la mamma Maddalena, per ricongiungersi col papà Raymond che nel frattempo sta laureandosi in ingegneria a Perugia. Nel capoluogo umbro Pamela completa sia le scuole dell’obbligo che le superiori, con ottimo profitto. Nel 2010 si trasferisce a Bologna dove frequenta l’università e quattro anni dopo si laurea in Scienze Infermieristiche”. L’incontro con la boxe come avvenne? Prosegue Alessandro. “Del tutto casuale. Era la fine del 2017, avevo aperto da un anno La Bolognina, con l’intenzione di aiutare i meno abbienti a trovare nella boxe un riscatto sociale. Mi si presenta questa signorina, informandomi che voleva perdere qualche chilo e nel frattempo provare con la boxe. Niente in contrario, anche se iniziare a 25 anni poteva essere un po’ tardi per costruire una carriera. Capii subito che aveva il fuoco dentro. Anche se scoordinata possedeva resistenza e carattere. Per questo l’ho portata agli assoluti, con pochissimi incontri alle spalle, ma l’esperienza la metterà a frutto in prospettiva”. Mai previsione fu più azzeccata. Anche se il Covid ci mette la coda, facendo rinviare l’edizione del 2020 al gennaio dell’anno successivo, Pamela è pronta e sul ring di Avellino, centra il tricolore, prendendosi la rivincita sulla Montalbini, superando la quotata lombarda Monteverdi in finale. In quell’occasione la intervisto e pubblico il servizio su Boxe Ring. Oggi defunto. Il Consiglio Federale nel 2022, lo ritenne un reperto inutile. Pamela non era certo un modello di stile, ma aveva un tale ritmo offensivo che stroncava le avversarie. Nel frattempo viene assunta all’ospedale Maggiore di Bologna con turni massacranti. A farne le spese sono gli allenamenti sempre più saltuari. Il suo maestro è dubbioso sulla partecipazione agli assoluti di Montecatini, ma lei vuole andarci e tutto sommato l’argento non è male vista la condizione precaria. Torna a Bologna e decide sia giunto il tempo di passare professionista. Debutta il 27 maggio 2022 a Bologna battendo la serba Ksenija Medic sui sei tempi. Una settimana prima aveva spento le trenta candeline. Parto dal suo debutto pro per scoprire il prima e il presente di questa stupenda guerriera alla vigilia della prova più importante. Ricordi la prima intervista nel gennaio del 2021, dopo aver vinto il titolo italiano ad Avellino, apparsa su Boxe Ring? “Come potrei – mi risponde con quel sorriso spontaneo e la voce dolce – era la prima volta che leggevo le mie parole riportate nella rivista più importante. L’ho conservata e ogni tanto la riguardo”. In quell’occasione mi avevi confessato il tuo sogno assoluto. Combattere a Las Vegas. Ti ci stai avvicinando e in caso di vittoria potrebbe anche realizzarsi. Non è fantastico? “E incredibile, se penso che da ragazzina per il mio temperamento battagliero mi chiamavano Tyson e per questo odiavo la boxe. Oggi rappresenta tutto e di più. Quando dissi a mamma che frequentavo una palestra di boxe, mi guardò disperata. Convinta che i pugni mi avrebbero sfigurato, impedendomi sia di trovare un marito che avere figli. Adesso è la mia prima tifosa”. Anche se non è stato facile arrivarci. “Per niente, soprattutto diventare italiana. La burocrazia ha fatto slittare di un anno il riconoscimento, perché dal Camerun non arrivava il certificato che escludeva reati a mio carico. Ignorando che ero giunta in Italia a otto anni. Non solo, non ho potuto vestire la maglia azzurra pur avendo vinto il titolo italiano. Addirittura non potevo chiedere un mutuo e quando frequentavo l’università ero esclusa dai viaggi con Erasmus. A ripensarci mi viene mal di testa. Ma non mi sono mai arresa. Nel 2022 sono diventata italiana per la legge, anche se lo ero dal 2000”. Per contro, sul ring da professionista sei stata una Freccia Rossa, non solo in orario, addirittura in anticipo. Nel 2023 campionessa italiana, nel 2024 prima l’EBU Silver leggeri e poi a ottobre l’europeo vero contro la giovane a ambiziosa serba Nina Pavlovic, reduce dalla vittoria a Vienna sulla tedesca Nicole Wesner, conquistando il titolo WBF, che non è certo di primo livello, ma è sempre una cintura internazionale. Non solo, la serba nel 2018 a Milano aveva affrontato la fortissima francese Hamadouche, per il mondiale IBF superpiuma, lottando con coraggio per otto round. Contro di te ha solo pedalato all’indietro, Per concludere, lo scorso aprile a Ferrara con la vittoria lampo sulla sfortunata Martina Righi, investita da una serie di pugni che l’hanno costretta alla resa in meno di due minuti dall’avvio del match. La prima sconfitta per KO della toscana. Venerdì sul ring del PalaDozza avrai una rivale di tutto rispetto che, statisticamente ti sovrasta. L’argentina Karen Carabajal (25-2) ha 35 anni, due più di te. Figlia d’arte, papà è stato un buon dilettante. Il genitore l’ha portata in palestra a 15 anni, per farle mettere qualche chilo in più, visto era magra come un’acciuga. Era il 2005, quando frequentavi le scuole superiori a Perugia. Il debutto al professionismo il 17 agosto 2013, un anno prima della tua laurea e vedevi la boxe come il fumo negli occhi. “Con Alessandro il mio maestro, abbiamo visto e rivisto molti suoi incontri, in particolare quelli contro Katie Taylor e Rhiannon Dixon, mondiali in palio, dove l’argentina ha perduto. Karen combatte frontale, ma ha buona mobilità di gambe e colpisce spostandosi lateralmente. Non mi sembra molto potente, ma i pugni è sempre meglio evitarli. Il punto debole sembra quando è costretta a combattere a corta distanza, Ma per chiuderla bisogna tenerla sotto tiro e poi scaricare rapidamente, badando anche alla difesa. Un compito per nulla facile”. L’argentina ha il triplo dei tuoi match, 9 contro 27, con 25 vittorie tutte in Argentina. Nelle uniche due trasferte, sulla carta molto difficili ha dovuto arrendersi. Questa è la terza, potrebbe funzionare la cabala. Che ne pensi? “Che cabala a parte, farò il possibile per vincere, anche se non ignoro il valore di Karen, la sua esperienza che metterà a frutto per evitare la corta distanza. Come ogni avversaria la rispetto, ma salirò sul ring per vincere”. Sul ring saranno di fronte due laureate. L’argentina, una figlia di 6 anni, insegna psicologia, tenendo conferenze sulla salute mentale prenatale, la tossicodipendenza, educazione e comportamenti in famiglia. Il suo compagno Abel Poche ex pugile, collabora in palestra ad allenare i ragazzi. Il gym è al piano terra, mentre sopra abitano Karen e Abel. Quindi boxe a tempo pieno. Ho rivisto i due match iridati, avendo la conferma che per batterla devi portarla allo scambio corto. La Taylor nel 2022 a Wembley, l’ha costretta alla difesa dieci riprese su dieci. La Dixon nell’aprile 2024 a Manchester, fece valere l’allungo e la maggiore consistenza atletica conquistando la cintura leggeri vacante WBO. Anche se cinque mesi dopo a Sheffield la lasciava alla connazionale Terry Harper. Impresa storica per la Harper, che dopo aver detenuto le cinture iridate superpiuma, e super welter, tentato quella dei welter, a 28 anni, centrava il tris. Il cartellone allestito dalla Promo Boxe di Mario Loreni, con Graziano Loreni matchmaker, mette sul ring il tricolore piuma vacante tra l’imbattuto Ghaith Weslati (11), tunisino di stanza a Livorno e il milanese Nicolò Setaro (9-2), che sostituisce Raffaele Imparato. Con Weslati favorito. Doveva combattere per il titolo nazionale leggeri anche Biancamaria Tessari (3) contro Paola Cappucci (3-1) match saltato. Lo scorso aprile a Valeggio la Tessari aveva battuto la cosfidante, rendendo problematica la rivincita titolata. Pur di combattere, affronta la giovane collaudatrice serba Dunia Bocan (2-15-1) 22 anni, sugli 8 round. Più equilibrato il confronto tra i superwelter Francesco Magrì (7) e Luigi Francesco Zito (5-5-4). Il tarantino reduce dalla bella vittoria a Milano, contro Mantovani, è ormai prossimo al traguardo tricolore. Zito non è da sottovalutare, per lo spirito battagliero che garantisce sempre. In apertura l’imbattuto Cezar Ileseanu (8), nato in Moldavia, federato per la Romania e residente a Crema fin dai tempi del dilettantismo. Il test è Riccardo Pompeo Mellone (3-44-1), che fa della sconfitta un punto d’onore. Ovvero con una prova dignitosa. In diretta su Rai Sport Sat, oltre al mondiale, il tricolore e la Tessari.
Giuliano Orlando