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Pugilato Italiano

Mastromarino: Adesso Parlo io, ecco cosa mi è accaduto

Mastromarino: Adesso Parlo io, ecco cosa mi è accaduto
  • PublishedSettembre 23, 2025

FORZA SPIGOLO: LA BATTAGLIA CHE NON SI È COMBATTUTA SUL RING, MA NELL’ANIMA

Lunedì sera, dopo giorni di silenzio e preoccupazione, ho finalmente raggiunto Fabio “Spigolo” Mastromarino. E lasciatemelo dire subito: sta bene. È sotto osservazione, sta completando gli accertamenti, ma il cuore è forte, la testa è lucida, e lo sguardo, anche se velato da una rabbia profonda, è già puntato al futuro. Perché Fabio non è un uomo che si arrende. Mai.

Ma questa volta, il nemico non era sul ring. Non era Ivan Guarnieri. Questa volta, il nemico era dentro di lui. Un nemico silenzioso, subdolo, fatto di chili persi troppo in fretta, di notti insonni, di intestini in rivolta, di polmoni che hanno sussurrato un avvertimento ignorato, di match uno dietro l’altro, di preparazioni senza respiro.

Fabio era pronto. Dopo mesi di sudore, rinunce, aveva il match davanti: la semifinale per il titolo italiano. Il momento che ogni pugile aspetta. Quello che può cambiarti la carriera. E invece… il 19 settembre, con un post Fabio ha scritto parole che pesano più di un pugno al fegato:

“Purtroppo il fisico questa volta non mi è venuto dietro… ho provato a lottare con il peso fino all’ultimo ma niente… voglio chiedere scusa al mio avversario e all’organizzatore…”

Onestà pura. Coraggio disarmante. Perché avrebbe voluto salire lo stesso sul ring. Avrebbe voluto combattere malconcio, rischiando tutto la salute, la dignità, forse anche la vita per non deludere nessuno. Ma non l’ha fatto. Ha scelto di fermarsi.

Da quel momento, il mondo del pugilato italiano si è scosso. Andrea Locatelli ha aperto un dibattito cruciale: il taglio del peso. Un tema antico, mai risolto, perché in Italia sì, lo ribadiamo non esiste ancora una regolamentazione seria. E mentre i social si riempivano di commenti, spesso superficiali, spesso feroci, la verità era ben più complessa.

Non è stato solo il taglio del peso. È stato un uragano perfetto: un’influenza intestinale una settimana prima del match, troppe preparazioni senza pause, sbalzi di peso continui, e quel piccolo problema polmonare che Fabio testardo, guerriero, innamorato del ring ha sottovalutato. Tutto insieme ha creato un muro. Un muro che ha fermato un pugile pronto a dare l’anima.

Ma c’è una cosa che Fabio ha voluto urlare e io la grido con lui:

“Fateci vivere il pugilato. 24 ore su 24. Fateci vivere il nostro sogno. Dateci la possibilità di vivere di questo.”

Perché Fabio non è un privilegiato. È uno di quei ragazzi che ha lasciato il lavoro sì, il lavoro vero, con lo stipendio, le bollette, le responsabilità per inseguire un sogno. Ha investito tempo, soldi, energie. E ora si ritrova con un match mancato, costi sostenuti, e zero ritorno. Ma non chiede pietà. Chiede giustizia. Chiede che il sistema cambi. Che i pugili siano tutelati non solo nella salute che è sacrosanta ma anche nella dignità economica. Perché non si può chiedere a un atleta di rischiare tutto, e poi lasciarlo solo con i debiti.

Il recupero sarà lungo. Lo sappiamo. Ma chi conosce Fabio sa una cosa: tornerà. Più forte. Più determinato. Con una fame nuova.

Spigolo, non sei solo. Il tuo ring è pieno di gente che crede in te. Che ti aspetta. Che sa che la tua prossima battaglia non sarà solo per un titolo… ma per un’intera categoria di pugili che meritano rispetto, tutele, e la possibilità di vivere del proprio sogno.

🇮🇹FORZA FABIO “SPIGOLO” MASTROMARINO🇮🇹

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Redazione

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