Manuel Rizzieri – Derby italiano per Ebu Silver
Un Derby italiano per l’europeo silver: e io voglio solo la cintura. Sono pronto a scrivere la mia pagina nella storia del pugilato italiano.
Dal titolo italiano all’assalto europeo silver: emozioni, sacrifici e sogni di un giovane talento già nella Top 10 EBU.
Manuel, come hai accolto la notizia della tua nomina come sfidante ufficiale per il titolo EBU Silver nei pesi mosca? Hai già iniziato a prepararti mentalmente e fisicamente per questa occasione?
Nonostante Santos dica di non conoscermi, in realtà sa benissimo che ci saremmo affrontati prima o poi (eravamo già stati designati in passato come sfidanti al titolo Ebu Silver quando era vacante, ed i nostri procuratori erano in contatto da tempo). Comunque quando mi è stato riferito di essere stato nominato come sfidante ufficiale al titolo Ebu silver è stata una grandissima emozione per me.
Sono veramente felice di poter disputare un titolo di tale prestigio a soli 24 anni. Mentalmente sono già pronto e fisicamente darò tutto anche e soprattutto in questa preparazione.
Vieni da due risultati positivi che sembrano aver rilanciato la tua fiducia e il tuo rendimento sul ring, dopo quei tre stop consecutivi seguiti all’assalto al titolo WBC Intercontinentale. Cosa è cambiato nella tua preparazione e nella tua mentalità rispetto a quel periodo?
La sconfitta con Medina ha portato a molti cambiamenti.
La mia prospettiva é mutata nei confronti di diverse cose.
Ho deciso di restringere la mia cerchia e di essere praticamente indipendente nelle mie scelte (mi confronto esclusivamente con la mia famiglia, con la mia procuratrice, con il mio maestro e con chi è valido sia a livello professionale, sia a livello “umano”, nel consigliarmi sulle decisioni riguardanti la mia carriera). Inoltre il mio bagaglio dell’ esperienza è stato ampliato. Dagli errori si impara. E soprattutto questa esperienza mi ha insegnato che non esiste persona più “pericolosa” di colui che cade 100 volte e si rialza mille.
Tornando alla sfida con Medina, che ti aveva tolto la possibilità di centrare il titolo WBC Intercontinentale: — Per un attimo, cosa è mancato in quell’incontro? Cosa, a mente fredda, non ha funzionato come previsto?
L’ unico errore tecnico nel match con Medina è stato quello di “scagliarmi” contro l avversario sin dal primo secondo, magari in maniera troppo avventata a causa della mia “euforia” nel voler chiudere il match in fretta. Se devo dirla tutta penso che sia mancata anche la fortuna. Notavo il terrore negli occhi di Medina quando sferravo i miei colpi. Se le cose fossero andate come i primi 2:30 della prima ripresa, avrei chiuso il match in 3-4 riprese.
Quel colpo a freddo (in pieno mento) mi ha addormentato e non mi ha dato la possibilità di reagire. La preparazione con il mio maestro Valentino Tazza e con il pluri campione Silvio Branco è stata gestita minuziosamente. Mi sono goduto ogni singolo minuto di allenamento. Ero talmente felice che nonostante mi sia stato cambiato avversario solo 5 giorni prima dell’ incontro (dovevo combattere contro Abdulzaraq Hamis, pugile africano dalle caratteristiche completamente differenti e che di conseguenza ci hanno portato a cambiare tutto uno schema di mesi e mesi in soli 5 giorni) , ero disposto ad affrontare chiunque.
Nonostante Medina sia un buon pugile, penso di essere superiore pugilisticamente. Non mancherà occasione per dimostrarlo. Lo affronterei in qalunuque luogo del mondo (anche in una cabina telefonica a Caracas per qualsiasi titolo).
Dopo la vittoria per split decision su Obaid, cosa pensi sia stato il fattore decisivo? E c’è qualcosa che, rivedendolo, avresti potuto gestire meglio?
Il fattore decisivo nella conquista del titolo italiano contro Ahmed Obaid è stata la fame di vittoria. Io ed Ahmed ci conoscevamo già. Lo avevo affrontato nel mio secondo match pro e lo avevo già sconfitto.
Sapevo perfettamente che il match non sarebbe stato facile. Ahmed è un pugile molto ostico; ma sul verdetto non avevo alcun dubbio.
Ho mantenuto l’ iniziativa sin dalla prima ripresa. E i ritmi sono aumentati ripresa dopo ripresa. Ovviamente si può e si deve sempre migliorare sotto ogni aspetto.
La preparazione del titolo italiano non è stata entusiasmante quanto quella del titolo intercontinentale WBC.
Ci sono state delle complicazioni con un preparatore atletico che mi seguì per poco più di 1 mese, ma alla fine la cintura l’ abbiamo conquistata. Ed è questo che conta.
Tutto il resto sono solo chiacchiere e pettegolezzi.
Ora ti aspetta un “derby” tricolore per l’EBU Silver contro Joel Santos. Quanto conosci il tuo avversario e quali sono, secondo te, i suoi punti di forza e di debolezza? — In caso di vittoria, quanto peserebbe questo risultato nella tua consacrazione a livello internazionale?
Non ho alcun problema a dire che reputo Joel un buon pugile, anzi … Se fosse per me mi confronterei esclusivamente con pugili di alto livello, così da “dare” tutto me stesso e poter dimostrare tutte le mie qualità, divertendomi come piace a me. Quando si sconfigge un buon pugile la soddisfazione è doppia.
Comunque sono veramente felice di poterlo affrontare. Due pugili italiani che disputano un titolo così importante non fanno altro che valorizzare il pugilato in Italia. Il suo punto di forza è sicuramente il peso ahahah. Immagino che Joel non sia un peso mosca “naturale”, a differenza mia che ho bisogno di prendere kg per poter rientrare nella categoria dei mosca. Ma ormai sono abituato ad affrontare avversari anche con 10 kg di più. Nell’ ultimo match il giorno dell’ incontro l’ avversario pesava 60 kg ed io 50.
Per quanto riguarda i suoi difetti, farò in modo di studiarli durante la preparazione e ci lavorerò sopra.
Penso che vincere significherebbe molto, e se così fosse, decideremo con il mio ristretto entourage quale sarà la prossima mossa.
Ma per ora rimaniamo concentrati sul titolo Europeo Silver.
Un match di questo livello e con un avversario italiano avrà sicuramente un grande richiamo. Cosa vuoi dire ai tuoi sostenitori e a chi verrà a vederti dal vivo?
Sono un ragazzo che sta donando letteralmente la vita per questo sport (chi mi conosce lo sa bene). Mi sacrifico tutti i giorni e lo faccio con piacere, nonostante sia una strada colma di ostacoli e imprevisti non indifferenti.
Penso che dei ragazzi che non fanno altro se non allenarsi tutto il giorno, pur di raggiungere la propria meta, meritino di essere supportati dal vivo e non. Credo debba essere fatto per i ragazzi che cavalcano quelle corde e che si impegnano ogni giorno. Penso che debba essere fatto per il pugilato Italiano. Mi auguro veramente che questo sport riuscirà a ricevere l’ attenzione che merita. Io darò il massimo per contribuire a questo.
Dunque invito tutti a venire a supportare la boxe italiana e a godersi un grande spettacolo che sicuramente io e Santos regaleremo.
Qual è quell’elemento che sia un aspetto tecnico, fisico o mentale su cui non transigi mai in allenamento e che senti essere la tua vera spinta in ogni match?
La resilienza e l’ ossessione camminano di pari passo. Se credi di poter fare qualcosa di veramente importante, devi sacrificarti con tutto te stesso. Devi essere resiliente. Come disse Will Smith al figlio nel film La ricerca della felicità, “Non permettere neanche a me di dirti di non saper fare qualcosa. La gente quando non sa fare qualcosa, dice a te di non saperla fare. Se hai un sogno devi proteggerlo.”
E proteggere un sogno significa dedicargli tempo. Dargli la priorità su tutto. Questo ti porterà a dare il meglio di te sul ring. Perché sai di meritare la vittoria.
Guardando oltre Santos, dove ti immagini? Un eventuale assalto a un titolo europeo pieno, o magari un ritorno a livello intercontinentale?
Una volta terminato il match contro Joel, prenderò le decisioni opportune con mio padre, la mia procuratrice Alessandra Branco, e il mio maestro. Personalmente desidererei fare 2 cose. In primis vorrei affrontare di nuovo Medina. Sarebbe bello poter contenderci di nuovo il titolo intercontinentale youth WBC, anche perché abbiamo ancora l’ età giusta per farlo. Inoltre mi piacerebbe scendere nella categoria dei minimi e puntare ad un mondiale in futuro. In Europa non ci sarebbero avversari al mio peso e al mondo con i miei punti ed il mio curriculum, subentrerei sicuramente ad una buona posizione del ranking. Mi basterebbe semplicemente togliere 3 kg dal mio peso “quotidiano”. La maggior parte dei pugili che conosco e non solo, si presenta il giorno prima con 15 kg di meno sulla bilancia per poi riprenderne 12 il giorno dell’ incontro, rischiando danni irrecuperabili. Ai miei avversari ho sempre “regalato” tanti kg. Dopo Joel vorrei iniziare a “giocare” ad armi pari.
Attualmente sei tra i migliori 10 pesi mosca europei secondo l’EBU. Come interpreti questo traguardo e quanto pensi possa motivarti ulteriormente?
Sono orgoglioso di rientrare nella top ten della mia categoria nella classifica EBU. Significa che è stato fatto decisamente un ottimo lavoro fino ad oggi. E il bello è che sono ancora un pugile molto giovane. Ho ancora tanto da imparare. Sono sicuro che il futuro abbia ancora tanto da riservarmi. Ci faremo trovare preparati. Io donerò sempre tutto il mio sangue e il mio sudore.
Un abbraccio ad Alberto e a tutti gli amici di Fighters Life.
Forza il pugilato italiano ![]()
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