Liverpool 2025 – I 13 Azzurri
I 13 azzurri ai mondiali. 65 nazioni e oltre 550 atleti. Primo gong il 4 settembre. Clamorosa pace tra il presidente e Falcinelli. Smentito un caso Khelfi
Il DT Giovanni De Carolis ha scelto la squadra italiana per i primi mondiali gestiti dalla World Boxing, l’ente riconosciuto dal CIO, quale rappresentante della boxe ai Giochi Olimpici 2028 fissati a Los Angeles. La WS sostituisce l’IBA, attualmente presieduta dal russo Umar Kremlev e sponsorizzata dalla Gazprom, la compagnia che gestisce stoccaggio, lavorazione e vendita del gas russo nel mondo, di proprietà al 50% del governo di Putin. Gazprom, annualmente versa all’IBA 50 milioni di dollari. Il Comitato Olimpico aveva fatto presente all’IBA la situazione insostenibile, in considerazione delle sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Non avendo ricevuto risposte esaurienti, prima l’aveva sospesa e nel 2023 esclusa definitivamente. L’attuale rassegna iridata rappresenta la svolta, con la World Boxing che ha raggiunto il traguardo di 118 nazioni inserite nella nuova sigla, oltre il 50% che facevano parte dell’IBA. In pratica tutte le più importanti del panorama mondiale. I mondiali scatteranno giovedì 4 settembre per concludersi con la fase finale dal 12 al 14 settembre nella struttura M&S Bank Arena di Liverpool. La WB riconosce 10 categorie sia tra i maschi che con le atlete. Questi i pesi maschili. 50, 55, 60, 65, 70, 75, 80, 85, 90, +90. I femminili: 48, 51, 54, 57, 60. 65, 70. 75, 80, +80. L’Italia porta a Liverpool 13 atleti, guidati dalla vice presidente vicaria Mariangela Verna, dal direttore tecnico Giovanni De Carolis, il responsabile tecnico Clemente Russo, a supporto Leonard Bundu e Patrizio Sumbu Kalambay, il preparatore atletico Antonello Regina e il fisioterapista Roberto Ciccotti. Questi gli azzurri: Salvatore Attrattivo (50), Tommaso Sciacca (55), Giuseppe Canonico (60). Gianluigi Malanga (65). Salvatore Cavallaro (70), Remo Salvati (75), Vincenzo Lizzi (85) e Diego Lenzi (+91). Le azzurre sono: Giovanna Marchese (48), Lucia Elena Ayari (51), Sirine Charaabi (54). Rebecca Nicoli (60) e Melissa Gemini (75). Con la solita im-precisione, il sito FPI aveva indicato sette maschi, dimenticando Salvatore Cavallaro. Gli ultimi allenamenti si sono svolti ad Assisi, dove la FPI ha diritto di usufruire del Centro della struttura fra le più attrezzate in Europa. Nell’occasione il presidente attuale e il responsabile Franco Falcinelli, dalla lunghissima carriera ai vertici assoluti del pugilato dilettantistico, fino al ruolo di presidente ad interim AIBA, dopo aver svolto i ruoli di allenatore della nazionale (col maggior numero di medaglie sia olimpiche che mondiali ed europee), presidente federale ed europee, da anni in rotta di collisione, situazione “arricchita” da messaggi pesanti, hanno fatto pace. Lo storico evento alla conferenza tenuta ad Assisi dal presidente in carica e l’abbraccio finale con tanto di foto. Confermando che in politica tutto può accadere. A Franco Falcinelli il ruolo di Andreotti in guantoni spetta di diritto. Non dimenticando che è passato indenne dalla infinita presidenza di WU a quella di Rahimov, fino a Kremlev (IBA). Sicuramente incrocerà anche quella di Boris Van der Vorst (WB) o del suo successore, ormai prossimo. Conosco Franco da quando calcava il ring. Ottimo pugile, nel 1964, combatté in Germania con una rappresentativa italiana, guidata da Giuseppe Ballarati lo storico autore dell’annuario La Bibbia del Pugilato, attivo dal 196 al 1994, nell’occasione organizzatore, affrontando un americano molto quotato perdendo onorevolmente ai punti. Anche se non sempre sulla stessa lunghezza d’onda, siamo comunque amici da sempre. Prima della scelta definitiva, oltre ai tredici già citati, il DT aveva convocato ad Assisi anche Fares Al-Assi (50), Michele Baldassi (60), Giacomo Giannotti (65) e Gabriele Guidi Rontani (75), tra le donne Michel Vescovini (54), Angela Zappoli (65) e Nicol Pineta (70). Nel corso degli allenamenti, Baldassi denunciava una scarsa condizione, mentre Giannotti è apparso a disagio nei confronti di un Malanga troppo mobile e preciso nei rientri. Sfortunato Rontani, feritori in allenamento. Il lombardo Al-Assi è parso ancora inesperto, contro il napoletano Attrattivo, che una testata locale gli ha assegnato un mondiale di fantasia. Attrattivo è il più giovane della squadra, ha temperamento e qualità, senza essere un fenomeno. Spero venga guidato meglio di come è stato fatto nei tornei precedenti. Le tre escluse avevano in partenza il ruolo di sparring. Le rappresentanti femminili puntano sulle esperte Charaabi (54), Gemini (75) e la milanese Nicoli (60) apparsa in recupero dopo un calo di condizione. L’allieva del maestro Gianni Birardi, che ha nel giro azzurro anche la promettente Madalina Grabucea (54), mai convocato ai raduni azzurri, rappresenta una delle poche buone carte femminili sul ring inglese assieme alla Charaabi, unica superstite dei Giochi di Parigi. Non conosco i motivi dell’assenza di Angela Carini (65), che aveva vinto una prova e visto che si trattava di una vice iridata, attiva nelle prime prove e poi uscita di scena, Ia FPI poteva anche spiegarne il motivo. Come ho già scritto nel precedente servizio, le quotazioni azzurre sono decisamente basse. Motivo per cui il sorteggio non ci favorirà. Forse, farà parte delle teste di serie Lenzi (+90), per gli altri niente da fare. La presenza delle nazioni più forti in assoluto, preclude i sogni di gloria. Uzbekistan, Kazakistan, India, Cina, Giappone, Filippine, Corea del Sud e Thailandia rendono l’Asia il continente più forte. Dalle Americhe arriva un Brasile fortissimo, gli USA puntano sui giovani e non intendono tornare a casa a guantoni vuoti. C’è Cuba, lontana parente del passato, ma pur sempre una nazione tra le protagoniste, guidata da Julio La Cruz 36 anni, (doppio oro ai Giochi (Rio 2016, Tokyo 2020), poker iridato dal 2011 al 2017. Nel 2021 i giudici lo premiarono ai danni di Aziz Abbes Mouhiidine, che meritava la vittoria. Salito nei +90. Colombia, Canada. Messico, Panama, Argentina e Venezuela puntano su alcune punte di valore. In Europa, oltre agli inglesi che ospitano l’evento, Irlanda, Germania, Francia, Bulgaria, Ungheria allenata da Emanuele Renzini, Azerbajan, Polonia e il Belgio, affidato a Raffaele Bergamasco, hanno pugili in grado di salire sul podio. Da non sottovalutare l’Australia e alcune nazioni africane quali Algeria, Egitto, Ghana, Nigeria e Uganda con pugili interessanti. Debbo aggiungere che il DT, tramite Alberto Frati, titolare del sito Fhigters Life, si è dichiarato disponibile ad una mia intervista senza preclusioni di sorta sulle scelte dei nomi ai mondiali. Mi riservo questa opportunità dopo l’evento. Sempre sia possibile.Per chiudere, chi aveva tempo da perdere, ha cercato di ricreare il caso Imane Khelif, l’oro di Parigi con l’ombra di un sesso femminile incerto, discusso e discutibile. Il riferimento verteva sul rifiuto di iscriverla al torneo di Usti lo scorso giugno. Notizia inesatta. In realtà gli organizzatori avevano chiesto all’atleta di presentare il test di screening genetico PCR, che attesta il sesso dell’atleta, certificato richiesto a tutti i partecipanti. Come prescrive il regolamento della Wolrd Boxing. Non avendo assolto a tale prassi, l’iscrizione non poteva venire accettata. Quale caso? Lo stesso per i mondiali in partenza, L’Algeria tra l’altro non aveva neppure il suo nome in squadra. Una cosa la Khelfi ha però chiarito. Lo ha fatto in occasione della replica alle dichiarazioni del suo ex allenatore, che ne affermava il ritiro dal ring. Imane, lo ha smentito duramente, facendo presente di allenarsi in prevalenza a Dubai, lasciando prevedere a breve il passaggio al professionismo. Ma anche in questo settore valgono e stesse normative. Detto questo, il problema dell’ormai famoso cromosoma maschile xy, non è stato tanto colpa delle atlete che presentavano e presentano questa situazione, ma dell’incapacità, in questo caso del CIO, che ha sempre delegato le nazioni a decidere. Ai Giochi di Atlanta nel 1996, lo stesso CIO ne effettuò ben 3000, e tutte le atlete vennero autorizzate a gareggiare, ritenendo il test poco affidabile. Abbandonato definitivamente nel 1999. Finalmente, dopo anni di confusione, questo semplice esame sembra aver trovato il consenso generale, non solo nel pugilato. Se son rose fioriranno e i casi Khelfi e Lin Yu di Taiwan, non dovrebbero più ripetersi.
di Giuliano Orlando