La sfida Canelo vs Crawford. Il ritorno di Oliha
Sabato a Las Vegas, la sfida milionaria tra Alvarez il re dei supermedi chiamato a respingere l’assalto dell’imbattuto Crawford, già iridato in quattro categorie. Domani a Berlino rientra Etinosa Oliha per puntare in alto.
Pare corrisponda al vero, il fatto che Henry Ford, che nel 1902 fondò la vettura più popolare americana, quando frequentava l’università, per guadagnare qualche dollaro, vendesse i giornali lungo le strade di Detroit. Reale o presunto il particolare dell’innovatore di origini irlandesi, che alla sua morte nel 1947 a 83 anni, lasciò un patrimonio di 199 miliardi di dollari, rendendolo la nona persona più ricca della storia, che Saul Alvarez, il mito messicano in guantoni, a 10 anni dopo la scuola vendesse gelati sui bus, per aiutare la famiglia è assolutamente vero. A distanza di 25 anni, l’ex ragazzino di pelo rosso, lascito di mamma Ana Maria, possibile discendente di qualche irlandese arruolatosi nel battaglione St. Patrick, contro gli USA, nella metà del 1800, possiede una fortuna valutabile vicino al doppio miliardo di dollari. Gli Alvarez a metà degli anni ’90, si spostarono da Los Reyes a Juanacatlán a 30 km di Guadalajara, la capitale della provincia di Jalisco, nel Messico occidentale, operando tutti nella fattoria della numerosa famiglia, sei fratelli e una sorella, dove Saul il più giovane della nidiata ha imparato ad andare a cavallo, una delle sue passioni. Oggi quel ranch è immenso, grazie all’abilità sul ring e negli affari di Canelo. Nella tenuta degli Alvarez, cresciuta anno dopo anno, la casa patronale comprende la moglie e i tre figli, due femmine e un maschio, oltre al padre, presidente della Canelo Promotions, fondata nel 2010, con i fratelli Ramon, Ricardo e Rigoberto il più titolato da pugile, dopo Canelo, ex mondiale a interim WBA welter, tutti operativi nell’azienda. Da anni Saul svolge attività organizzativa, e funge da procuratore di oltre 40 pugili, tutti messicani. Ha realizzato uno dei sogni quando ragazzino cavalcava liberamente. Oggi la sua scuderia ha trottatori e galoppatori che prendono parte a gare importanti. Ha pure un campo di golf, produce e vende frutta e latte, un vero Eden che gestisce in modo molto oculato. Sabato a Las Vegas affronta l’imbattuto Terence Crawford, salito di due categorie, per scalzare il re dei supermedi dal 2020. Lo scorso anno, Saul firmò un contratto con sua Eccellenza Turki Alalshihk, responsabile dell’intrattenimento degli Emirati Arabi, assicurandosi un minimo di 400 milioni per quattro match. La sfida rientra nel pacchetto, quindi dopo questo match, avrà messo sul conto un’altra montagna di dollari. Per capirne la ricchezza, la banca di Guadalajara, fatica a gestire i capitali del campione. Comunque vada il confronto, Canelo continuerà a combattere almeno fino al 2026. Lo ha ripetuto più volte. Per gli scommettitori il favorito è lui, anche se nelle ultime esibizioni non ha convinto troppo. L’ultima vittoria per KO, data al 6 novembre 2021, contro il battagliero Caleb Plant, che si presentava imbattuto e titolare IBF, deciso a vendere cara la pelle. Il match era entrato nella fase calda già nella prima conferenza stampa. Con spintoni offese varie. Sul ring fu battaglia vera e ci volle un grande Alvarez per piegare la resistenza del barbuto pugile del Tennessee, residente a Las Vegas con un nutrito e rumoroso gruppo di tifosi al seguito. Nello storico MGM, Alvarez si confermò campione implacabile e inossidabile. Lo fece contare all’11° tempo costringendo l’arbitro a fermare la sfida nell’ultimo round, con Caleb in difesa passiva. Nell’occasione il messicano divenne il re assoluto dei supermedi, il primo nella storia della categoria. Dopo quel successo, si prese un anno di riposo, per preparare il salto nei mediomassimi e affrontare il russo nato nel Kyrgyzstan, Dmitri Bivol, sbagliando clamorosamente i conti. Sempre a Las Vegas il 7 maggio 2022, contro un Bivol deciso, preciso e più pesante, non ha scampo, anche se i giudici lo aiutano riducendo a due punti lo svantaggio. Per la cronaca, dopo il match, Alvarez si disse sorpreso della sconfitta. A suo parere una rivincita ci stava tutta. Penso che il messicano, furbo di tre cotte, tendesse a ridurre le conseguenze della sconfitta, per mantenere alte le sue quotazioni. Infatti dell’opportunità di ritrovare Bivol non se ne parlò più. Giudiziosamente, torna nei supermedi dove la vita è decisamente più facile. Nel settembre dello stesso anno, conclude la trilogia con Gennady Golovkin, il kazako (padre russo e mamma coreana), che nei due precedenti confronti da medio, non gli era stato inferiore, alla T Mobile di Las Vegas da supermedio paga la differenza di categoria, sconfitto con decisione unanime. Alvarez è l’unico professionista capace di batterlo ben due volte. Anche se nell’occasione del primo confronto, il messicano risultò positivo in ben due test antidroga. Un’ombra che il tempo ha stemperato. Qualche mese dopo la seconda sconfitta, il kazako annuncia il ritiro. Da pro ha ottenuto 42 vittorie e tra il 2012 e il 2022 le cinture dei medi WBC, WBA e IBF. Ha 40 anni, 25 dei quali trascorsi sul ring. Il bilancio è di quelli superlativi. Da dilettante è stato oro mondiale nel 2000 da Jr. e assoluto nel 2005. Argento ai Giochi di Atene 2004. Lascia il ring da campione del mondo medi IBF e IBO. Titoli vacanti conquistati il 5 ottobre 2019 al Madison di New York, dopo una battaglia tosta contro l’ucraino Sergiy Derevyanchenko. Difesi con successo prima col polacco Kamil Szeremeta finito KO al nono round. a dicembre 2020 sul ring di Hollywood, poi in Giappone a Saitama, riservando lo stesso trattamento a Ryoto Murata. Un addio da campione con la C maiuscola. Alvarez dopo aver concluso con Golovkin, prosegue nelle difese sempre col segno più e sempre dopo i canonici 12 tempi. In ordine di tempo, dal 2023 allo scorso maggio, questi gli avversari battuti: Jhon Ryder, Jermell Charlo, Jaime Munguia, Edgar Berlanga e William Scull, il cubano che restituisce la cintura IBF, tolta d’ufficio ad Alvarez che torna padrone assoluto. Un lettore mi pone una domanda abbastanza giustificata. Se la montagna, ovvero la grande attesa per questa sfida, partorisse un topolino? Esiste anche questo rischio. Ovvero che Alvarez faccia il minimo sindacale per vincere e lo sfidante, rendendosi conto dell’impossibilità dell’impresa si accontentasse di evitare guai ulteriori. Mi auguro che il confronto segua le orme della doppia sfida tra Bivol e Beterbiev, i due mediomassimi che hanno dato grande spettacolo, rispondendo alle attese del pubblico. Crawford sa benissimo che, qualora battesse il campione, si aprirebbero porte d’oro. Una rivincita gli assicurerebbe una borsa attorno ai 70-80 milioni di dollari, il triplo di quanto ha guadagnato in quindici anni di onorata carriera. Mi sembra troppo banale rinunciare a tale opportunità, anche se arrivata a quasi 38 anni, scalando ben due categorie. Un balzo di oltre sette kg. non uno scherzo, anche se in occasione della presentazione Crawford ha mostrato addominali da culturista. In concreto, lo sfidante ha le armi per battere Alvarez? Tecnicamente è superiore al campione, il repertorio dello sfidante è completo, porta colpi da ogni angolazione e da welter, possedeva potenza notevole, come attestano le numerose vittorie prima del limite. Arma che avrà minore impatto nei supermedi. Resta a suo credito la velocità esecutiva e la mobilità. Per contro il campione combatte nella sua categoria, ha potenza ed esperienza, abilità nel gestire la fatica e legge come pochi le armi dei rivali dopo poche riprese. C’è però un interrogativo che troverà risposta solo sul ring. Dopo vent’anni di professionismo il logorio che peso avrà contro un avversario, più anziano ma meno logorato del rivale? Il messicano nelle ultime apparizioni ha dato l’impressione di aver perso lo smalto di un tempo. Più lento e quindi più prevedibile, la pressione si è fatta meno determinante e, come ho scritto, le ultime sei difese sono arrivate ai punti. Nell’ultima conferenza ha detto che continua a combattere perché trova ancora divertente e stuzzicante l’emozione di salire sul ring. Sabato notte, sapremo chi aveva fatto i conti più giusti. Se il campione che allungherà un record assoluto come il conto in banca o lo sfidante che in caso di successo, metterà in bacheca la quinta cintura e tornerà a Omaha nel Nebraska, come l’eroe che, grazie al ring ha riscattato gli errori di un passato remoto. Per la gioia della famiglia che accoglie ben sette figli fra naturali e adottati. Una festa condita da una montagna di dollari. Non più il campione dimenticato dai media, ma quello capace di battere il mito del Messico. Nel programma, il francese nato in Cameroon e residente a Montreal in Canada, Christian Mbilli (29), pro dal 2017, 30 anni, titolare ad interim WBC supermedi, colpitore pesante come dimostrano i 24 KO imposti ai rivali, trova l’ambizioso Lester Martinez (19) del Guatemala, a sua volta dal pugno pesante (16 KO) deciso a sovvertire il pronostico per sostituire l’avversario nel ruolo di prossimo sfidante del vincitore tra Alvarez e Crawford. Spettatore attento il camerunese Diego Pacheco (24) pure lui residente in Canada, interessato al mondiale supermedi, in rotta di collisione a parole con Mbilli. Domani venerdì, alla Uber Eats Music Hall di Berlino, torna sul ring Etinosa Oliha (21), 26 anni, che il 19 luglio negli USA, avrebbe dovuto affrontare Austin Williams (19-1) per la semifinale mondiale medi IBF Un problema agli occhi, ora risolto, lo ha costretto a rinunciare alla grande opportunità. Solo rinviata. Test sui sei round, per il rientro: Ivan Njegac (19-33), collaudatore croato di 32 anni, pro dal 2015. Davide Greguoldo, il maestro del pugile astigiano, assicura la piena ripresa del suo allievo. “Il promoter della Agon Sport, Ingo Wolkman che ha sotto contratto Etinosa, ha promesso che lo riporterà nel ruolo di sfidante per l’IBF entro l’anno”. Giuliano Orlando