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Interviste

De Carolis – Nessun Caso Mouhiidine

De Carolis – Nessun Caso Mouhiidine
  • PublishedAgosto 29, 2025

Abbiamo La Responsabilità di rialzare la nazionale Italiana. Non esiste nessun Caso Mouhiidine

Ore 21.00. Il telefono squilla.

Dall’altra parte della cornetta, una voce che non lascia spazio a esitazioni: Giovanni De Carolis, direttore tecnico della nazionale italiana, campione dentro e fuori dal ring.

Con quella cordialità che lo contraddistingue, Giovanni non ha voluto semplicemente chiarire: ha voluto guardare negli occhi ,anche se a distanza, chi lo ascoltava, parlando con la schiettezza di chi nel pugilato ha sempre messo prima di tutto l’onore, la verità, la responsabilità.

Il tema? L’esclusione di Abbes Mouhiidine dalla spedizione mondiale di Liverpool.

Una decisione che ha fatto discutere, che ha generato dubbi, ma che per Giovanni è limpida come un diretto al volto:

“Non esiste nessun caso Mouhiidine, Alberto. La situazione è semplice. Dopo il KO con lo statunitense Malachi, come da regolamento, il ragazzo è rimasto fermo 30 giorni. Al rientro, purtroppo, un virus intestinale lo ha bloccato: non ha potuto prendere parte all’ultimo training camp della nazionale. Di conseguenza non ho avuto modo di valutarlo. E già da agosto avevo espresso chiaramente in consiglio federale che non lo avrei portato ai mondiali. Non c’è nessun retroscena, nessun favoritismo, nessun mistero.”

Parole nette, pesanti come un gancio al fegato. E per rendere ancora più chiaro il concetto, De Carolis aggiunge:

“Non ho fatto scelte alternative nel suo peso. Se avessi avuto una reale possibilità in più di conquistare una medaglia, credi che non l’avrei portato? Qui non si scherza: si lavora per un obiettivo comune.”

Ma il cuore del discorso va oltre un singolo nome, oltre un’esclusione. Giovanni alza lo sguardo, idealmente, verso tutto il movimento italiano:

“Voglio una nazionale che viva di sacrificio, sudore, disciplina. Qui nessuno ha il posto garantito per il nome e cognome: lo guadagni solo con quello che dimostri ogni giorno in palestra. Non esiste che un pugile non sia sempre pronto. Io pretendo un gruppo che non si fermi mai, né fisicamente né mentalmente.”

La sua voce non trema, anche quando affronta il peso delle critiche:

“Lo so, qualunque decisione io prenda sarò giudicato. Ma questa è la mia responsabilità, ed è un fardello che porto volentieri. Perché questa nazionale ha bisogno di rialzarsi, di tornare a far sognare. Abbiamo un appuntamento importante: i ragazzi devono sentire il sostegno di tutti. Nel pugilato la testa conta quanto i pugni: se non di più. Dobbiamo essere uniti, perché quella maglia azzurra non appartiene a un singolo, appartiene a tutti noi.”

Infine, la dichiarazione che chiude la telefonata come un colpo da maestro:

“Io ci metto la faccia, sempre. Ogni scelta, ogni decisione. È la mia parola, è la mia promessa.

Parola di Giovanni De Carolis.”

Written By
Redazione

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