Federica Macrì, la mini-bomba della Val d’Aosta

Dopo aver demolito l’imbattuta Naomy Valle in Canada, andrà alla conquista degli USA
Federica Macrì l’avevo vista sul ring per la prima volta nel dicembre 2022 sul ring di Ugento in occasione degli assoluti, con base a Gallipoli, terra pugliese di grande fascino. In quell’occasione ebbi l’impressione che lo scricciolo del Piemonte-Valle D’Aosta, avesse manine pesanti, da come costrinse alla resa la romana Noemi Traniello e domò la quotata Marianna Mantovani del Veneto. In finale pagò l’inesperienza contro la siciliana Lucia Ayari, già punta della nazionale. Il suo maestro Luca De Carolis della Rocky Gym di Aosta, mi informò che la sua allieva, aveva iniziato a fare sul serio da meno da un anno e aveva margini di miglioramento notevoli. Oltre al carattere da guerriera.
“Non ha paura di nessuna avversaria, personalità da vendere e maturità da veterana. Inoltre, è un diesel, molto più adatta al professionismo”.
Dopo i tricolori, nel marzo del 2023 andò a combattere a Riga in Lettonia, vincendo il torneo. Il 23 settembre debutta ad Aosta, battendo Lara Joly.
“Avremmo voluto farla proseguire in casa, ma quando gli proponevo Federica, le avversarie sparivano. Così abbiamo accettato l’offerta spagnola andando ad affrontare a Madrid, l’imbattuta Keylin Maradiaga (13-0-1), honduregna di stanza in Spagna, con sei vittorie alle spalle. Contro una rivale che aveva già 31 anni ed esperienza da vendere, Federica salì sul ring senza alcun timore e aveva vinto, La giuria diede il pari e a noi andava bene così. Dopo quel pari, ha disputato altri cinque incontri tra Piemonte e Valle d’Aosta, sempre vincendo, ma facendo fatica a trovare avversarie”.
Stop momentaneo, per dare la parola alla diretta interessata.
“Fino a 18 anni e mezzo, ho fatto esperienza sul divano a vedere gli sport da combattimento. Andavo in palestra da Luca, ma solo per tenermi in forma. Un giorno sulla soglia dei vent’anni, decido di provare con la boxe seriamente. Mi guarda negli occhi e mi dice con chiarezza, che mi avrebbe allenato sul serio se ero decisa a mia volta a fare sul serio. Glielo prometto e abbiamo iniziato così. Prima degli assoluti di Ugento, avevo partecipato a diversi tornei all’estero, vincendone alcuni e salendo spesso sul podio. Ma fin dall’inizio pensavamo al professionismo”.
L’offerta per la trasferta in Canada come è arrivata? Risponde il maestro Luca:
“I nostri ragazzi combattono spesso all’estero, abituandosi a combattere in ambienti dove fanno il tifo per il tuo avversario. Questo li rende più forti anche in situazioni difficili. Da tempo sono in contatto con l’agenzia di Armando Belotti, un ex pugile spezzino, tra 1997 e il 2004, diventato promoter, che ha contatti con molte organizzazioni importanti. Quella canadese di cui fa parte anche Jake Paul, quello che ha incontrato Michael Tyson, e guadagna milioni con incontri burletta, ci ha proposto la sfida con Naomy Valle, della Costa Rica, 21 anni, imbattuta con 14 vittorie e 9 prima del limite. La borsa era invitante e ne ho parlato con Federica”.
Cosa hai risposto?
“Premetto che seguo con molta attenzione l’attività pugilistica e in particolare quella femminile. Quando Luca me ne ha parlato, la prima cosa che ho fatto è stato sincerarmi che non fosse Yokasta Valle (33-3), 33 anni, la sorella maggiore di Naomy, campionessa del mondo WBC, capace di tenure botta con la californiana Seniesa Estrada (26), una delle mie preferite, attiva dal 2011al 2024, ritiratasi un anno fa, dopo la vittoria con la Valle, valida per tre cinture paglia: IBF, WBO e WBC. Chiarito questo, ho cercato il record della sorellina. Attività svolta in Costarica, molte vittorie per KO, contro avversarie inconsistenti. Potevo incontrarla e lo dissi a Luca. L’unica perplessità era il poco tempo per una preparazione adeguata. Per fortuna vivendo quotidianamente la vita di palestra la condizione è sempre buona. Infatti è bastata per batterla e anche nettamente. L’abbiamo studiata in video: bene impostata ma non certo un carro armato come la sorella. Dovevo tenerla sempre sotto pressione, chiuderla alle corde e colpire, colpire fino a sfinirla. Così ho fatto e confesso con meno fatica del previsto. Il problema era divincolarmi dai suoi abbracci nel finale. che l’arbitro ha lasciato correre”.
Non eri emozionata?
La riunione al Theatre St. Denis di Montreal, era indubbiamente importante, con una decina di match. In programma il tedesco Nelvie Tiafack, un gigante nato in Cameroon, nazionalizzato tedesco, campione d’Europa 2022, bronzo ai Giochi di Parigi lo scorso anno, battendo di misura nei quarti il nostro Diego Lenzi, superato in semifinale dal professionista uzbeko Jalolov, che bissava l’oro, dopo quello a Tokyo 2021.
“Per niente, semmai posso preoccuparmi prima, che sia tutto in ordine. Non soffro le vigilie. Ho l’indole della guerriera e la battaglia mi esalta. Sono salita sul ring per vincere a basta. Dopo pochi scambi avevo capito che ero la più forte che non faceva male. Dopo un paio di riprese ho letto nei suoi occhi che sapeva di perdere. Così è stato”.
E adesso?
“Entro l’anno spero di battermi per il titolo italiano minimosca contro Consuelo Portolani, che conosco bene. Spero di festeggiare tra Natale e capodanno con la cintura tricolore e poi pensare al 2026 realizzando il sogno di combattere negli USA, dove la boxe è di un altro pianeta. Ma di questo meglio parlarne con Luca”.
Chiedo: come procedono le cose?
“Molto bene, compresa la possibilità della rivincita. Ma in questo caso la borsa deve salire. Subito dopo la vittoria di Federica sono arrivate proposte dagli USA abbastanza interessanti. Non abbiamo fretta, intanto puntiamo al titolo italiano, sempre importante. Federica ha iniziato tardi, ma sta filando col vento in poppa e a 25 anni non è certo anziana. Mediamente l’80 % dei campioni ha varcato la trentina e tengono molto bene. Guarda Crawford, cosa ha fatto a 38 anni, picchiando un certo Alvarez che sembrava imbattibile. Non faccio paragoni, ma sottolineo che la carriera agonistica anche nel pugilato si è allungata parecchio”.
Eri preoccupato prima della trasferta?
“Conosco troppo bene Federica e quando abbiamo accettato ero convinto della sua vittoria. Abbiamo visionato diversi incontri della Valle, valutandone il valore reale. Se fosse risultata troppo superiore non avremmo accettato. Come faremo anche con le prossime avversarie, impegnative ma non proibitive. Deve fare esperienza, ha solo 8 incontri, deve almeno raddoppiarli per puntare ai vertici europei e poi salire gradualmente”.
Nella tua palestra il movimento non manca. Si allena anche Amina Golinelli, un bel talento, argento europeo jr. nel 2023, inoltre sforni tanti giovani. Quanti iscritti figurano nel tuo registro?
“Non mil lamento. Fanno attività oltre 200 clienti, una quarantina figurano come agonisti. Ho pugili in tutte le categorie, e molti giovanissimi promettenti. Su tutti uno shoolboy italiano di 14 anni, Jastin Kocecko, che ha vinto tornei, compreso il Mura, mi auguro venga preso in considerazione. Per quanto riguarda Amina è in pieno allenamento e fra non molto sarà pronta a 57 kg. Ha solo 18 anni e potrebbe dare ancora molto in azzurro, ma stiamo pensando anche al professionismo”.
In attesa degli sviluppi che dovrebbero realizzarsi nel 2026, d’obbligo fare tanti, tanti auguri sia alla Rocky Gym di Luca De Carolis che alla sua allieva Federica, mini guerriera senza paura, ma anche ad Amina e ai ragazzi che sognano grandi imprese sul ring.
Giuliano Orlando