Carlesimo: Passione, determinazione e spettacolo

Spettacolo, cuore e determinazione: Antonio Carlesimo racconta la sua carriera e il sogno di regalare alla Capitale un titolo che resti nella storia
Dal rugby al ring, dal dilettantismo al professionismo, la sua storia è fatta di passione, determinazione e spettacolo. In questa intervista, Antonio ci racconta il suo percorso, le sfide affrontate, le emozioni del debutto e i sogni che lo spingono a salire ogni giorno sul ring. Tra aneddoti personali e ambizioni europee e mondiali, scopriamo chi è davvero l’uomo dietro il guantone.
Antonio, come sei arrivato alla boxe? È stata una scelta naturale o hai avuto un incontro particolare che ti ha spinto a salire sul ring?
«Prima della boxe giocavo a rugby, poi un infortunio mi tenne fermo e per riprendere la forma iniziai la prepugilistica alla palestra Renato Costantini a Labaro, con il maestro Cesare Costantini. Da lì nacque il mio percorso dilettantistico nella boxe che poi mi ha portato al passaggio al professionismo».
Un avvio quasi casuale, dunque, ma che si è trasformato in una vera e propria scelta di vita.
Il tuo debutto da professionista nel febbraio 2022 fu contro Michael Paul Anthony Mc Hill. Quali emozioni provasti in quel primo match e quanto pensi che abbia segnato il tuo percorso pugilistico?
«Ricordo bene il mio esordio da professionista, ero abbastanza teso sapendo che sarebbe iniziato un nuovo capitolo della mia vita sportiva, ma allo stesso tempo focalizzato nel portare a casa l’obiettivo».
Un momento di forte tensione ma anche di grande concentrazione, in cui l’emozione si è fusa con la determinazione.
Guardando al tuo percorso, cosa pensi ti abbia caratterizzato nel contesto della boxe italiana?
«Nel mio percorso, partendo dal dilettantismo, credo che mi abbia caratterizzato il mio stile di combattimento da picchiatore e la spettacolarità dei miei match».
Carlesimo non ha dubbi: è lo spettacolo la cifra del suo pugilato, una caratteristica che lo rende riconoscibile e apprezzato.
La semifinale del 6 dicembre 2024 contro Ovidiu Enache è stata intensa. Ti piacerebbe un match contro Angelo Morejon, attuale numero uno, e quanto è importante per te il titolo italiano?
«Sì, contro Ovidiu è stato un bel test, per la prima volta sulle 8 riprese, un’importante crescita personale. Per la scelta dei miei prossimi avversari mi affido al mio maestro Simone Autorino e al mio manager Davide Buccioni, detto questo contro Angelo sarebbe sicuramente un match spettacolare! Un avversario molto esperto e duro!».
Un banco di prova che ha segnato un passaggio di livello e che apre alla possibilità di nuove sfide prestigiose.
Hai combattuto spesso in eventi organizzati dalla Buccioni Boxing Team. Quanto ha contato per te far parte di questa scuderia e il supporto che hai ricevuto?
«Per me avere un manager che crede in me è di vitale importanza perché mi sento spronato e motivato a dare il massimo ad ogni match e in ogni preparazione. Spero di portare un titolo nella mia città al più presto».
Il legame con la squadra e con chi lo sostiene è per Antonio uno stimolo continuo, quasi un carburante indispensabile.
Gran parte dei tuoi match li hai disputati a Roma, con un pubblico sempre caloroso. Cosa significa per te salire sul ring nella tua città?
«Combattere a casa mia, davanti alla mia gente e alla mia famiglia, per me è un grande onore, essendo legato in maniera particolare alle mie origini e alla mia città!».
L’amore per Roma è un tratto costante nel racconto di Carlesimo: il pubblico capitolino è una spinta emotiva che amplifica ogni sua prestazione.
Oggi un pugile non è solo atleta, ma anche comunicatore. Quanto contano i social e l’immagine pubblica nella tua carriera?
«Nella mia carriera i social contano per raggiungere il maggior pubblico possibile, anche se ciò che conta per me è regalare un grande spettacolo dal vivo quando combatto. Quello attira il pubblico anche a lungo termine!».
Un approccio pragmatico: i social come strumento, ma il ring come vero e unico palcoscenico.
Chi è Antonio Carlesimo al di fuori del ring? Come bilanci vita sportiva e impegni personali o professionali?
«Oltre a essere un pugile professionista mi occupo di varie cose, ma principalmente sono un tecnico di boxe. Ho uno spazio per allenare privatamente, oltre a lavorare in diverse palestre».
La boxe dunque non è solo carriera, ma anche quotidianità e lavoro, un impegno totale che attraversa ogni aspetto della sua vita.
Siamo alla vigilia dei Mondiali di Liverpool: ti sarebbe piaciuto far parte della nazionale italiana?
«Anche nel dilettantismo non si addice molto alle mie caratteristiche, ma mi sarebbe sicuramente piaciuto rappresentare l’Italia ai Mondiali di settembre».
Un piccolo rimpianto, che però non cancella la determinazione di costruire un futuro importante da professionista.
Qual è la promessa che senti di poter fare a te stesso e ai tuoi tifosi?
«La promessa è quella di vincere un titolo importante in Europa e, perché no, anche nel mondo!».
Una dichiarazione che è insieme obiettivo e sogno, testimonianza della fiducia di Carlesimo nelle proprie capacità e della voglia di regalare grandi soddisfazioni a chi lo segue.