Azzurri – Convocati solo due degli 8 reduci di Parigi

Quali azzurri ai mondiali di Liverpool? Convocati solo due degli 8 reduci di Parigi. Ci sarà il riscatto, dopo le delusioni dei precedenti esami?
Si avvicinano i primi mondiali targati World Boxing, l’ente riconosciuto dal CIO a rappresentare il pugilato ai Giochi 2028 a Los Angeles, dopo la definitiva esclusione dell’IBA, sponsorizzata dalla Russia e in conflitto sul piano normativo col Comitato Olimpico. L’evento iridato è fissato a Liverpool, nel Nord Est dell’Inghilterra, che si affaccia sul Mare d’Irlanda, dal 4 al 14 settembre. Iscritte 64 nazioni e oltre 500 atleti. La città con oltre mezzo milione di abitanti è diventata famosa per essere il luogo dove sono nati i Beatles. All’appuntamento sarà presente anche l’Italia, delusa ai Giochi di Parigi, dove non ha raccolto nessun podio. Sugli otto titolari, sei uscirono all’esordio, gli altri due: Alessia Mesiano e Diego Lenzi vinsero un match, poi vennero eliminati. Dopo Parigi, l’Italia si è ripresentata a fine 2024, sul proscenio internazionale nei tornei allestiti dalla World Boxing e il bilancio, nonostante i commenti ufficiali improntati all’ottimismo, sono stati a dir poco deludenti. Fin dal debutto, avvenuto al World Boxing Championship U19 a Pueblo in Colorado, a fine ottobre. Nell’occasione la squadra era guidata dal consigliere Massimo Bugada, che teneva i contatti con la WB. Presenti 25 nazioni, brillarono Inghilterra, India, USA, Giappone, Australia, Galles e Repubblica Ceca, che colsero almeno un oro. Sotto il podio più alto Kazakistan, Brasile, Ucraina, Germania, Algeria, Sud Corea, Olanda, Nuova Zelanda, Lettonia, Galles, Thailandia, Canada e l’Italia che raccolse il bronzo d’ufficio con la Molinaro nei 70, e Guida (+90) che avrebbe meritato almeno l’argento. Risultato minimo, anche se valutiamo quanto ottenuto dopo, siamo sul positivo. Qualche tempo dopo il lombardo Massimo Bugada, che aveva ottenuto il maggior consenso tra gli eletti, si dimise, non condividendo la politica del presidente. A sua volta molto piccato, stigmatizzava la decisione su facebook. Dopo gli U19, a gennaio, l’Italia si presenta a Sheffield al GB open, con otto atleti. Sei fuori all’esordio, gli altri due al secondo incontro. Nell’occasione la scelta dei tecnici fu a dir poco cervellotica, con nomi inadeguati per una rassegna di qualità. Infatti i soli che vinsero almeno un match furono Olena Savchuk e Diego Lenzi. Gli altri travolti da avversari di una spanna superiore. Segue lo Strandja in Bulgaria a fine febbraio, con Baldassi, Malanga, Salvati, Commey e Rontani, l’unico a salire sul podio, col bronzo. Gli altri out prima delle semifinali. A marzo trasferta in Brasile, a Foz do Iguacu per la World Cup col meglio a disposizione. Il bilancio a giudizio ufficiale è stato trionfale. Rebecca Nicoli coglie l’oro vincendo tre incontri, in particolare la finale, contro la quotata polacca Rygielska, rischiando la sconfitta nel terzo round, perso nettamente. Comunque una bella impresa. L’argento lo conquistano la Ayari, costretta al forfait in finale per un problema alla mano e la Gemini nei 75 cedendo alla norvegese Hoestad, che fa valere la differenza di peso reale. Mentre la Charaabi, ex argento mondiale, esce all’esordio. Gli altri due podi sono al maschile. Malanga lo agguanta lottando strenuamente, con due vittorie, prima di cedere all’indiano Jamwal. Nei medi con soli cinque iscritti, Salvati debutta in semifinale, col brasiliano Belini che lo spedisce KO al primo round. Un bronzo senza gloria. Tra l’altro l’Italia è l’unica nazione ad aver perduto due match per KO, avendo subito la stessa sorte anche Sciacca. All’esordio sono usciti anche Baldassi e Commey. Stiamo parlando dei campioni italiani in carica. Infatti nel medagliere maschile siamo al fondo. Sconcerta il comunicato del presidente, che afferma: “Nonostante il cambiamento dello staff tecnico, e un profondo rinnovamento del parco atleti, in Brasile si è confermata la crescita degli azzurri. Confermata dalle 7 medaglie”. Tralascio il resto, per amor di patria.Ma quale rinnovamento? I nomi sono sempre quelli. Semmai del passato. La Nicoli ha preso parte ai Giochi di Tokyo 2021, Commey è argento europeo 2023, gli altri frequantano la nazionale da anni e anni. Proseguo con gli altri tornei, dopo la Polonia a Varsavia con Lenzi che salva il bilancio altrimenti fallimentare, e le azzurre a picco, a Usti nella Repubblica Ceca altro ruzzolone. L’ultimo appuntamento è in Kazakista ad Astana, la nuova capitale per la World Cup, a luglio. Il ct. si presenta con quattro maschi (Attrattivo, Giannotti, il rientrante Mouhiidine, fermo dai Giochi di Parigi e Lenzi) e due femmine (Vassallo e Vescovini). Il bilancio è impietoso. Fuori all’esordio Attrattivo, Giannotti, Vescovini e Vassallo, oltre a Mouhiidine messo KO al primo round da Malachi (USA), non un fenomeno, uscito al match successivo, Tra l’altro guidati dall’angolo a dir poco malissimo. Come ormai abitudine, l’unico a reggere gli urti è Diego Lenzi. Che inizia bene, mettendo KO il brasiliano Da Silva, col quale aveva un conto in sospeso. La sfida successiva è contro il locale Aibek Oralbay, presente a Parigi nei 90 kg. Che vince con la complicità dell’arbitro canadese che a 18” dal termine commina un richiamo inesistente a Lenzi, decisivo per la vittoria di Oralbay. Torniamo a casa, con le pive nel sacco, ma l’entusiasmo non crolla, Il presidente ritiene che questa sia la strada giusta che porterà a futuri trionfi. Tra l’altro si spreca in lodi sperticate nei riguardi dell’unico che a suo parere, scrive di pugilato con cognizione di causa. Il resto non è all’altezza. La sviolinata trasforma il fustigatore della federazione, in fedelissimo. Infatti intervista il CT e lo elogia, semmai bacchetta Lenzi, per la reazione dopo il furto ad Astana. Un colloquio latte e miele, con la certezza che a Liverpool l’azzurro non farà da comparsa. Leggo i nomi delle e dei convocati per l’appuntamento iridato a faccio le mie considerazioni. In effetti degli otto titolari di Parigi sono rimasti in due. Sorrentino, Testa, Mesiano e Carini tra le donne non figurano nella lista, che comprende la sola Charaabi, apparsa l’ombra della guerriera ai mondiali di New Dehli nel 2023, quando arrivò all’argento. Sulle assenze della Sorrentino e della Mesiano, entrambe passate pro, non certo un ostacolo, penso non siano motivate. Per quanto riguarda Irma Testa, sorprende la sorpresa del solito in-esperto, visto che l’oro ridato e il bronzo olimpico, non frequentava la palestra da dopo Parigi. Impegnata su altri campi e orizzonti. Non conosco le motivazioni di Angela Carini, una delle poche ad aver vinto una tappa della World Cup. Le convocate sono Giovanna Marchese (48), Lucia Elen Ayari (51), Michel Vescovini e Sirine Charaabi (54), Rebecca Nicoli (60), Angela Zappoli (65), Nicol Pineta (70) e Melissa Gemini (75). Parlare di rinnovo mi sembra una presa in giro. Penso che Zappoli e Pineta, a meno di miracoli, non siano all’altezza del compito. Il resto non mi sembra troppo nuovo. La Marchese era titolare agli europei 2024 a Belgrado. La Nicoli (26 anni) fa parte della nazionale dal 2018, titolare ai Giochi 2021, ripescata dopo averla tartassata nel 2023 e qui debbo dire che il maggior responsabile fu Emanuele Renzini. Per quanto riguarda la Gemini, mesi addietro, parlando col responsabile azzurro, mi assicurò che ai mondiali avrebbe portato Melissa a 70 kg. la sua vera categoria. A quanto pare non ci è riuscito. Peccato. Se penso come alternativa ad Angela Zappoli, che rispetto ma valuto, mi vengono i brividi. Spero solo che a Liverpool salga sul ring un’Italia migliore, lontana parente di quella vista ultimamente. Mi riferisco anche agli uomini. Presenti all’ultimo step ad Assisi, allenandosi con la squadra brasiliana e alcuni prof under 23. Piccolo particolare. La potente macchina federale oberata di lavoro, si guarda bene dall’informare quei pochi media, che con ostinazione vorrebbero conoscere i nomi delle squadre ospiti. Sicuro di essere ignorato come avviene da anni. Per fortuna, non verrò licenziato da Boxe Ring, visto che lo hanno seppellito come oggetto inutile, per aver disturbato lo staff, come accadde nel 2014. In quel caso fu il vice presidente Borghino, smentito a sua volta dal presidente di allora. Leggo i convocati. Fares Al-Assi (50), Tommaso Sciacca (55), Michele Baldassi e Giuseppe Canonico (60), Gianluigi Malanga e Giacomo Giannotti (65), Salvatore Cavallaro (70), Remo Salvati e Gabriele Guidi Rontani (75), Vincenzo Lizzi (85), Diego Lenzi (+92). Responsabile tecnico Clemente Russo. Fuori Commey (80), rientra Salvatore Cavallaro (70) che non ha preso parte ai tornei e sale nei 75 Rontani. Rispetto le scelte del DT, che onestamente deve utilizzare quello che passa il convento e, nonostante i proclami ufficiali è poca cosa e per salire sul podio, salvo Lenzi, col sorteggio benevolo, non vedo altri nomi. Da alcuni mesi, ricevo insistenti notizie sull’uso di sostanze tossiche da parte di alcuni azzurri. Voglio credere e sperare si tratti di informazioni false. Anche se mi sono stati fatti alcuni nomi. Ho piena fiducia nei pugili, che ho sempre difeso, essendo loro a salire sul ring. Ho letto che il DT ha detto ai ragazzi che dovranno scendere dal ring sui gomiti, per significare che dovranno dare tutto, Condivido in pieno questa teoria, che un certo Natalino Rea, nel lontano 1960, Giochi di Roma, pronunciava ai suoi ragazzi riferendosi al loro atteggiamento agonistico. Se il DT avesse a disposizione i vari Curcetti, Zamparini, Brandi, Giulio Saraudi, Napoleoni, Lopopolo, Bossi, Musso, De Piccoli e un certo Nino Benvenuti sarebbe molto più facile, senza neppure usare i gomiti. Dico di più, anche le riserve tra le quali figurava Sandro Mazzinghi, sarebbero bastate per vedere il tricolore salire in alto. Purtroppo questo non è possibile. Unica cosa che mi infastidisce è far credere che tutto proceda secondo i piani. Non è vero. Sarebbe più corretto ammetterlo, cercando soluzioni diverse da quelle in atto.
Giuliano Orlando