Addio Franco Ligas

Ricordo ancora una delle sue ultime interviste ai nostri microfoni: la voce di Franco Ligas vibrava di amore e di passione per il pugilato. Nelle sue parole c’era la fierezza di chi ha raccontato lo sport dentro e fuori dal ring, ma anche la malinconia di chi sentiva il peso dell’oblio, il timore di essere dimenticato da quel mondo al quale aveva dato tutto se stesso.
Oggi, invece, Franco Ligas lo ricordiamo con rispetto e commozione, non più nell’ombra, ma nella luce di una memoria che lo rende eterno.
Una vita per il giornalismo sportivo
Nato a Oristano il 10 gennaio 1946, Ligas si è spento il 15 settembre 2025, all’età di 79 anni, dopo una lunga malattia. La notizia della sua scomparsa ha destato profonda tristezza nel mondo dello sport e del giornalismo, che lo hanno visto protagonista per decenni.
La sua carriera si è snodata tra giornali, televisioni e microfoni, fino a diventare un volto noto di Mediaset. Con il suo stile diretto, ironico e al tempo stesso appassionato, è stato cronista di boxe, tennis, calcio e ippica. Una versatilità che pochi colleghi potevano vantare, ma soprattutto un entusiasmo contagioso che rendeva unico ogni suo racconto.
La voce della boxe
Franco Ligas aveva un legame speciale con il pugilato. Non solo lo raccontava con la competenza di un cronista esperto, ma lo viveva con l’anima di un tifoso e l’empatia di un amico dei pugili. Nei suoi servizi emergeva sempre l’attenzione per le storie personali, per le cadute e le rinascite degli atleti.
Amava dire che il pugilato fosse “lo sport della vita”, fatto di colpi presi e restituiti, di fatica e resilienza. E in effetti, anche lui, con la sua voce, ha accompagnato generazioni di appassionati dentro quell’universo duro e poetico, rendendolo comprensibile e vicino a tutti.
Una figura rispettata e amata
Molti colleghi, alla notizia della sua morte, hanno voluto ricordarne l’umanità, la competenza, ma anche l’ironia e il carattere sferzante. Non era mai banale: sapeva trovare il dettaglio che trasformava una cronaca in un racconto, uno sport in una metafora di vita.
Il pubblico lo ha conosciuto e apprezzato per anni nelle trasmissioni televisive e radiofoniche. Era diventato parte della colonna sonora delle domeniche sportive, capace di dare colore e ritmo alle immagini e alle parole.
L’eredità di Franco Ligas
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma anche un’eredità preziosa: quella di un giornalismo sportivo che non si limita a riportare i fatti, ma cerca il cuore delle storie. Ligas ci ha insegnato che dietro ogni risultato c’è una persona, dietro ogni atleta una vita da raccontare.
Oggi lo salutiamo così: con la gratitudine di chi ha imparato ad amare lo sport anche grazie alla sua voce. Non più nell’ombra dell’oblio che temeva, ma nella luce della memoria, che illumina il cammino di chi lo ha conosciuto e ascoltato.
Ciao Franco Ligas, la tua voce resterà per sempre nel cuore di chi ama lo sport.