Dopo aspra lotta con Faton, Morello è campione EBU silver.
Conferme tricolori di Elmaghraby e Paparo. Mazzon rimette KO Russo. Lenzi torna il 5 dicembre al Principe di Milano.
Ho seguito la riunione dalla tribuna, da comune spettatore, con mio nipote Luca. Non è come vederla da bordo ring, anche se tutto sommato è più coinvolgente. Ascoltando i commenti degli spettatori che sono l’espressione vera e colorita di un popolo sempre a rischio, che miracolosamente risorge. Non c’era l’esaurito, diciamo una buona presenza. Molta delusione quando sul ring al posto di Nicholas Esposito è salito Jonny Zeze (8-5-1) contro Paolo Bologna. Per la cronaca, Zeze nel 2019 sempre all’Allianz venne sconfitto da Esposito sui sei round. Saltata quindi la sfida che assegnava il titolo del Mediterraneo IBF superwelter, il confronto tra Bologna e Zeza ha visto il costante vantaggio del fiorentino, contro il camerunense residente da anni a Roma, che si è difeso con abilità, anche se la palese superiorità di Bologna non ha offerto i brividi assicurati se l’avversario fosse stato Esposito. Ha vinto largamente il cruiser Jonathan Kogasso (18) contro il francese Brandon Deslaurier (19-6-1) abile nel chiudersi quando i colpi dell’allievo di Vincenzo Gigliotti, arrivano precisi. Match per la verità sporifero. Gigliotti a fine match non era troppo soddisfatto, imputando a Kogasso il vezzo di vivacchiare senza affondare con cattiveria. “L’accademia non serve – mi ha detto – e purtroppo faccio fatica a farglielo capire”. Prosegue la serie vincente per il mediomassimo Komi Paul Emefian (6), in costante progresso tecnico e tattico. L’avversario Inoussa Nonkane (3-3), nato del Burkina Faso, residente da anni a Parma, non ha fortuna in Lombardia. Nel 2023 a Seregno fu Elmaghraby a batterlo, lo scorso marzo a Milano stessa sorte contro il calabrese Vincenzo Lizzi. Salvo l’inizio, dove Komi ha sofferto un avversario furbo, nella parte finale ha mostrato la maggiore precisione e anche la pesantezza dei colpi, vincendo largamente. In apertura i superwelter Gianluca Merone (2-2-1) e Simone Brusa (14-4-2), 31 anni, pro dal 2018, nato a Giussano, hanno mantenuto la promessa di dare spettacolo. Anche se non sono baciati dal talento naturale, hanno offerto generosità e grande preparazione, scambiandosi pugni a profusione. Sei riprese intense, con Brusa più composto, abile nelle schivate e nei rientri, mentre Merone attaccava a tutto spiano. Al termine non avevo un vincitore, mentre il giudice Giubelli aveva visto la parità, Licini e Marzuoli sceglievano Brusa, che prosegue la serie vittoriosa, giunta a quota tre in questo 2025, dopo le due precedenti sconfitte pesanti in Spagna contro Biaco nel 2024 e l’albanese Senad Drini in Germania a inizio anno. Al più giovane Merone, 23 anni, spetta di diritto la rivincita. Dario Morello (26-1), sia pure molto meno tonico del solito, è il nuovo campione Silver EBU medi, conquistato con più fatica del previsto di fronte ad un avversario monotematico come lo svizzero spurio Vukshinai Faton (17-2-2), nato a Basel da genitori provenienti dal Kosovo, passato pro nel 2017, la cui precedente unica sconfitta porta il nome di Etinosa Oliha, l’astigiano di colore in procinto di disputare l’eliminatoria mondiale di sigla. Il match era partito sui giusti binari per Morello, più preciso e costante, facilitato dalla boxe frontale dell’ospite, generoso ma prevedibile. Nel quinto round, l’arbitro contava erroneamente Morello, sul destro di Faton mai giunto a segno. A quel punto la situazione cambiava, con lo svizzero che prendeva l’iniziativa e l’italiano troppo fermo sulle gambe, a subire. Per fortuna al gong del nono tempo, Dario si risvegliava dal letargo e pur senza incantare portava a casa i round conclusivi. Col verdetto all’unanimità a suo favore. A mio parere, al di fuori della vittoria meritata, non si è certo visto il miglior Morello. Statico e fermo sulle gambe, colpi isolati, finendo sempre troppo in avanti. Le cause non le conosco, ma sicuramente qualora fosse designato sfidante all’europeo EBU, ci vorrebbe un Morello ben più brillante. La cintura attualmente vacante, se la contenderanno i francesi Bilal Jkitpou (20-2) e Diego Natchoo (31-3-5), entrambi pro dal 2015, stessa età: 33 anni e un percorso copia e incolla. La sfida è fissata il 6 dicembre a Nanterre, col primo leggermente favorito. I restanti tre confronti si sono conclusi prima del limite, con le vittorie dei favoriti. Presentando la rivincita della prima sfida, disputata il 24 marzo 2024, valida per il tricolore superwelter tra Christian Mazzon (14-5) e il romano Francesco Russo (13-6) vinta dal primo per KO al quarto round, non esclusi che quel risultato poteva avere un bis. Come è accaduto. Il milanese addirittura l’ha conclusa al terzo round. Fin dall’inizio si vedeva che la scelta di tempo era tutta dalla parte di un Mazzon in tenuta gialla, con barba a incorniciare il mento, ottimo gioco di gambe e repliche precise, al contrario di Russo, che cercava la corta distanza senza costruire l’azione. I primi due round vinti da Mazzon, senza sforzo apparente, nella terza una serie prolungata e precisa, metteva in crisi Russo che girava le spalle all’avversario e giustamente la arbitra Veronica Ponsiglione, decretava la fine. Per Mazzon una vittoria importante, dopo l’insuccesso di un anno prima a Brescia contro il belga Jan Helin, per il Silver EBU superwelter. All’Allianz si è visto un Mazzon brillante e determinato. Dominando Russo, che nella prima sfida lo aveva impegnato allo spasimo, stavolta ha fatto la parte del comprimario. L’egiziano Mohamed Elmaghraby (13) ha difeso il tricolore mediomassimi dall’assalto di Davide De Lellis (16-5-1) con estrema facilità. Primo di studio, con De Lellis subito in difesa, secondo tempo col campione che anticipa le repliche poco convinte del romano e alla terza ripresa la conclusione di un match dove i brividi dell’incertezza erano andati altrove. Il campione nazionale superpiuma Francesco Paparo (13) sapeva benissimo che l’unico pericolo che poteva arrivare dal confronto con Catalin Ionescu (16-5-1), era il modo di combattere dello sfidante, consapevole che qualora avesse lasciato a Paparo la distanza, la sua fine sarebbe stata segnata. Così è stato, anche se l’arbitro Marzuoli, ha diretto il match con scarsa acutezza, richiamando spesso Paparo e ignorando che Catalin avanzava senza colpire, che tentava di fare solo nel corpo a corpo. Match spigoloso, che Paparo ha gestito comunque con intelligenza, concludendolo alla sesta, ufficialmente per ferita dello sfidante. In realtà per inferiorità tecnica. Catalin ha finito ferito ad entrambe le sopracciglie, contato nella terza e nella sesta. Ogni suo tentativo offensivo si concludeva col rischio di venire contato. Che le voci di Mediaset abbiano inventato una sfida quasi equilibrata, dando a Ionescu la patente di picchiatore, ignorando che lo scorso marzo a Novara era finito KO dallo spagnolo Alex de la Rosa, al sesto round, li metteva in ridicolo. Mi chiedo se Mediaset non aveva nulla di meglio per commentare il pugilato.
Da Roma, il maestro e manager Simone D’Alessandri, dopo aver letto l’articolo pubblicato su Fighters Life della difficolta per trovare una adeguata avversaria e l’opportunità di una sfida iridata per Steffy Siva, mi informa di essere in avviate trattative col promoter Peter Kahn, che ha la procura di alcuni dei più forti professionisti, quali Andy Cruz, Henry Lebron, Xander Zayas e nel 2021 l’italiano Christian Chessa, fermo dal 2023, con un record di cinque vittorie e dirige l’attività di Jasmine Artiga (14-0-1), professionista di 33 anni, attiva dal 2017, iridata WBA dal 2023. La bionda guerriera di Tampa in Florida, è reduce dalla vittoria sbrigativa sull’australiana Linn Sandstrom (10-4-3) finita KO alla terza ripresa al Caribe Royale Resort di Orlando. Una dal pugno pesante, lo informo. “Sappiamo tutto di Jasmine e l’ho anche vista combattere. Ha una boxe quasi selvaggia, ma anche limiti tecnici. Lo scorso marzo a San Bernardino in California, contro la messicana Regina Chavez (9-6-3), 21 anni, pro dal 2018 come dire a 16 anni, vinse a maggioranza, andando spesso a vuoto. Certo non bisogna affrontarla testa a testa. Ma con una tattica di rimessa non è quel demonio come si fa chiamare. Inoltre, fatto non secondario, andremo a casa sua solo se la borsa giustifica la trasferta. Su questo verte la trattativa. Appena definisco il tutto, ti metto al corrente. D’altronde la situazione non lasciava spazio ad altre opportunità. La messicana Macias Gonzales (17-2), titolare WBC dal 2022, una difesa all’anno, con la quale eravamo in contatto si è nuovamente infortunata, quindi è saltato tutto. La poliziotta messicana Irma Garcia (25-5-1) attiva dal 2010, 44 anni, che ben conosciamo, avendoci perso a Long Beach nel 2023, ha difeso il titolo una volta, battendo facilmente la connazionale Gloria Gallardo (16-3-3), ma non ci sembra l’avversaria giusta. A sua volta la Gallardo, sempre a Long Beach il 22 novembre, ci riprova sul fronte WBO, affrontando la mancina giapponese Mizuki Hiruta (9) 29 anni, titolare dal 2022, alla sesta difesa tutte disputate negli USA. Indovinare la sfida giusta è davvero difficile. Restava la pista WBA e speriamo sia quella buona. Nel frattempo potremmo aver trovato sede e avversario di Guido Vianello”. Per contro, conosciamo il nome dell’avversario di Diego Lenzi, in pieno allenamento a Cernusco sul Naviglio nel gym Scuola di Pugilato Testudo diretto da Allessio Taverniti. Lenzi che ha lasciato la TAF ed è passato con Simone Verdicchio, al suo terzo match da pro, fissato il 5 dicembre al Principe di Milano, affronterà l’inglese Deepak Pathak (1-1) 32 anni di Liverpool, ma residente a Dubai. Un test dignitoso, in attesa di proseguire con continuità verso traguardi ambiziosi.
Giuliano Orlando