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Pugilato Italiano

Titoli “inventati”: “Troppa confusione, perdiamo credibilità”

Titoli “inventati”: “Troppa confusione, perdiamo credibilità”
  • PublishedOttobre 14, 2025

Rolando Grossi, coordinatore del CTP, membro Ebu e avvocato della FPI annuncia una stretta contro i titoli “inventati”: “Troppa confusione, perdiamo credibilità”

La Federazione Pugilistica Italiana scende in campo contro la proliferazione di sigle e titoli non riconosciuti che stanno inquinando il movimento pugilistico nazionale. A parlare è Rolando Grossi, coordinatore del CTP membro Ebu e avvocato fpi, che ha lanciato un chiaro messaggio: basta con i titoli fantasma che confondono atleti, sponsor e pubblico.

LE SIGLE RICONOSCIUTE: POCHE MA CHIARE

“L’obiettivo è chiarire una volta per tutte quali sono le sigle riconosciute dalla FPI e, conseguentemente, quali titoli noi riconosciamo come validi”, spiega Grossi. “Solo quelli posti in palio dalle sigle ammesse hanno valore ufficiale. E a mio avviso sono anche troppi, in realtà troppi.”

Il problema non riguarda le storiche organizzazioni mondiali (WBC, WBA, IBF, WBO) o le sigle continentali riconosciute, ma una galassia di organizzazioni che spuntano come funghi, organizzando incontri per titoli che sulla carta sembrano prestigiosi ma che in realtà non hanno alcun valore federale.

LA GIUNGLA DELLE SIGLE FANTASMA

“Ma ci sono altri che di tutto questo se ne infischiano”, denuncia Grossi con tono preoccupato. “Allora vedi l’IBE, l’IBA, l’RBO, la VFBIF, la VBF… ogni tanto ne esce fuori qualcuna nuova. Noi abbiamo voluto far chiarezza.”

Il problema non è solo burocratico. “Ricevo moltissime telefonate da persone che entrano nel mondo del pugilato, magari hanno fatto i pugili, hanno aperto un’ASD e mi dicono: ‘Maestro, ma questo titolo RBO cos’è? Io ho un ragazzo che ha 5 match, l’ha fatto uno che ne ha 4, ma il mio lo potrebbe fare. Ma che valore ha? Magari potrei trovare uno sponsor oppure il comune…'”

La risposta di Grossi è netta: “Gli stiamo spiegando che questi per noi non hanno nessun valore. Mentre l’UBO almeno scrive ‘match ordinario per la Federazione Pugilistica Italiana’, questi non scrivono proprio niente e vanno con queste cinture a farsi le foto come se quello che ha vinto la cintura avesse vinto il titolo del mondo.”

IL DANNO ALL’IMMAGINE DEL PUGILATO

L’eccesso di clamore mediatico attorno a titoli fasulli ha conseguenze gravi per tutto il movimento. “Quando esageriamo nel clamore mediatico, il problema lo subiamo tutti quanti, perché poi perdiamo di credibilità verso i media o verso i partner con i quali noi andremo a trattare”, spiega Grossi.

“Questi ci dicono: ‘Ma voi siete un po’ come le arti marziali, avete 200 campioni del Mediterraneo, 200 campioni internazionali, 200 campioni intercontinentali’. Come gli spieghi tu che questi signori di queste sigle fanno un’attività che da noi non è minimamente accettata e riconosciuta?”

LA LINEA DELLA FPI: CHIAREZZA O NIENTE

“Delle due l’una”, conclude Grossi con fermezza. “O la Federazione entra in campo e dice ‘Signori, noi siamo la Federazione, il campionato è quello, è quello che poi ti porta i ragazzi in nazionale, che ti porta a fare gli Europei, i Mondiali, le Olimpiadi’. Oppure gli altri fanno una cosa che è pseudo-abusiva o comunque tirata così, inventata di sana pianta.”

Il messaggio della FPI è chiaro: solo i titoli delle sigle riconosciute hanno valore ufficiale. Tutto il resto, per quanto possa sembrare prestigioso nelle foto e nei comunicati stampa, non conta nulla agli occhi della Federazione e non contribuisce alla crescita reale di un pugile.

Per maestri, procuratori e pugili, il consiglio è uno solo: verificare sempre con la FPI quali sigle sono riconosciute prima di accettare match per titoli che potrebbero rivelarsi carta straccia.

INFO UTILI:

  • Per verificare le sigle riconosciute: contattare la Federazione Pugilistica Italiana
  • Coordinatore Settore Pro: Rolando Grossi
  • Sito ufficiale: www.fpi.it

La FPI ricorda che solo i titoli delle organizzazioni ufficialmente riconosciute hanno validità per il ranking nazionale pro.

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Redazione

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